Cremona 20-30 addio. A2A: "Peccato,
noi crediamo nell'energia pulita"
L’insieme di progettualità contenute nel memorandum “Cremona 20-30”, presentato da A2A e dal Comune nel 2021 come un insieme di investimenti del valore di 150 milioni di euro che avrebbero dovuto garantire la transizione energetica a Cremona, è rimasto in buona parte in questi anni lettera morta, tanto che il sindaco Andrea Virgilio ha annunciato che non è più attuale. Sull’argomento è intervenuto nei giorni scorsi durante un evento di Fondazione Lgh a Cremona, il vice presidente di A2A, Giovanni Comboni.
“Quel progetto è pensionato. Peccato, questa è una mia opinione personale, perché noi crediamo molto nelle energie alternative, quindi nei progetti che possono produrre energia pulita.
Ciò non significa che A2A non sia fortemente impegnata sulla città, attraverso soprattutto investimenti legati alle reti. Le reti e tutto il network, in particolare le reti elettriche, sono il futuro, perché andremo sempre di più verso una elettrificazione dei consumi e anche della gestione dei servizi energetici, sempre meno gas e sempre più elettricità”.
Sul fronte rifiuti e raccolta, “siamo molto impegnati e mi sembra di percepire livelli di soddisfazione importanti. Poi A2A è un grande investitore quindi siamo sempre all’ascolto di ciò che il Comune richiede. I tavoli di lavoro sono permanenti, per capire le esigenze: dunque bisogna andare avanti”.
Tornando alla transizione energetica, i concetti espressi a fine settembre dal sindaco Andrea Virgilio erano stati molto chiari, soprattutto in merito al futuro del termovalorizzatore: “L’impianto di termovalorizzazione è autorizzato da Regione Lombardia fino al 2036. Il rinnovo dell’autorizzazione ha adeguato l’impianto alle nuove BAT (Best Available Techniques) le migliori soluzioni tecniche e gestionali per ridurre l’impatto ambientale dei processi industriali, questo procedimento ha visto coinvolto anche il Comune di Cremona che si è espresso nell’ambito delle proprie competenze.
“Ne discende che, per questa Amministrazione, non è opportuno assumere impegni che – direttamente o indirettamente – prefigurino scelte sul futuro dell’impianto oltre l’orizzonte autorizzativo, anticipando valutazioni che dovranno avvenire nei tempi e nelle sedi proprie. Viene dunque meno la finalità principale di Cremona 20-30: l’ipotesi di superamento del termovalorizzatore nel medio termine non è attuale, stante la validità dell’autorizzazione fino al 2036.
“Emerge pertanto una coesistenza non coerente all’interno di quell’area; il progetto prevedeva, tra l’altro, un impianto di biometano finanziato da fondi PNRR. La permanenza del termovalorizzatore rende per questa amministrazione impossibile proseguire un disegno che – nelle sue premesse – postulava una diversa configurazione impiantistica complessiva.
Si sottolinea inoltre come la valorizzazione urbanistica e la trasformazione dell’area non si è esplicitata nelle intenzioni progettuali di quel comparto.”