Cremona protagonista nel progetto
SIOT contro la violenza sulle donne
La dottoressa Erika Maria Viola Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia dell' Ospedale di Cremona al convegno della società italiana ortopedia e traumatologia ha presentato un poster con l’immagine di una donna che sul palmo della mano ha un punto rosso, come segnale silenzioso di richiesta di aiuto
Il 108esimo Congresso Nazionale SIOT- società italiana ortopedia e traumatologia- è stata l’occasione per affrontare il tema della violenza domestica: la Commissione Pari opportunità SIOT ha lanciato la prima Campagna nazionale per la formazione di ortopedici e traumatologi a riconoscere le lesioni da violenza domestica tra i pazienti, spesso più donne, ma anche bambini e anziani, che arrivano nei Pronto Soccorso degli ospedali.
Ogni anno, in Italia, si registrano casi di traumi e lesioni di natura apparentemente accidentale: il 30% di essi è causato da violenza. La violenza domestica, e in particolare la IPV – Intimate Partner Violence, include comportamenti controllanti, coercitivi, minacciosi, fisici, psicologici, sessuali o economici all’interno di una relazione. Episodi che, se non riconosciuti, possono ripetersi e aggravarsi, fino a conseguenze drammatiche. A portare avanti questo progetto la dottoressa Erika Maria Viola Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia dell’ Ospedale di Cremona. “In questo contesto, l’ortopedico può avere un ruolo chiave – evidenzia la dottoressa – La traumatologia muscoloscheletrica è infatti il secondo ambito clinico più frequentemente coinvolto nei casi di violenza domestica. Tuttavia, solo una minima percentuale di donne, in particolare con lesioni sospette, viene interrogata sulla possibile origine delle ferite, e, di queste, solo una su due riceve un supporto. Ancora più preoccupante è il dato sulla quotidianità: solo una piccola percentuale di ortopedici e traumatologi dichiara di riconoscere con chiarezza le lesioni tipiche della violenza domestica, e di essere pronto ad approcciare la presunta vittima in un ambiente protetto per approfondire la reale anamnesi ed aiutarla a raggiungere la concreta consapevolezza della realtà e delle priorità”.
A partire da dicembre 2025, dunque, nei Pronto Soccorso degli ospedali di tutto il territorio nazionale sarà affisso un poster con l’immagine di una donna che sul palmo della mano ha un punto rosso, come segnale silenzioso di richiesta di aiuto. L’IPV rappresenta uno dei principali capitoli della violenza fisica, accanto ad altri contesti come la Sindrome del bambino scosso (SBS), la violenza giovanile (YV) e il maltrattamento degli anziani (EA). I dati in particolare sulla violenza sulle donne, secondo recenti indagini ISTAT, restano allarmanti: si stima che in Italia il 20,2% delle donne (4 milioni 353 mila) abbia subìto violenza fisica. Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Serve dunque più prevenzione, più formazione per gli operatori sanitari, protocolli chiari per riconoscere le lesioni sospette e percorsi di tutela per le vittime: “L’intercettazione di lesioni anamnesticamente non riferite tali – prosegue Erika Maria Viola – appare fondamentale anche per implementare interventi di cura ad ampio raggio, a livello politico-istituzionale, affinché gli autori di violenza siano adeguatamente e precocemente identificati e le vittime, soprattutto quelle che sono
renitenti in occasione dei primi episodi o vivono situazioni di sottomissione, possano essere motivate a intraprendere percorsi di adeguata tutela e reinserimento sociale”. La violenza domestica oggi, infatti, è riconosciuta come una vera e propria emergenza sanitaria e sociale: in Italia proseguono i lavori parlamentari in merito al disegno di legge su “Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime”, approvato in Senato a luglio 2025 e trasmesso alla Camera per il passaggio successivo.
Le lesioni più comuni risultato di uno o più episodi di violenza fisica, che possono far sospettare un episodio di violenza sono:
− contusioni di testa e collo
− fratture nasali e mandibolari
− fratture dell’orbita oculare
− lussazioni e fratture della spalla
− fratture e lussazioni delle dita di mani e piedi
− fratture dell’ulna distale, della base del quinto metacarpo e fratture costali.
“Il riconoscimento precoce della violenza domestica – conclude Viola – è un atto medico e umano fondamentale. Ogni ortopedico può diventare un punto di contatto, un’occasione per intercettare una situazione di pericolo e indirizzare la vittima verso percorsi di tutela e assistenza. La violenza domestica copre anche altri scenari: come chiede aiuto un sordomuto; come si rileva maltrattamento in una donna anziana e spossata oppure in una persona con deficit cognitivi; come interagire grazie a questionari multilingue vocalizzabili con persone non acculturate”.
Con questa Campagna, SIOT accende i riflettori su un fenomeno sommerso, spesso riconosciuto troppo tardi.