"Amici Miei" 50 anni dopo: Ricky
Tognazzi e i retroscena del film
Inaugurata in sala Alabardieri di palazzo Comunale la mostra dedicata ai 50 anni di “Amici Miei”, un’iniziativa della “Strada del Gusto” che omaggia una delle pellicole cult della cinematografia italiana. Il progetto, a cura di Marco Dionisi Carducci, espone al pubblico fotografie, documenti originali, aree immersive e materiale audiovisivo. Oltre a un paio di aspetti dell’Ugo Tognazzi cremonese: l’angolo con la maglia della US Cremonese con il suo nome e una serie di fotografie dei suoi anni giovanili.
La mostra si avvale della collaborazione della famiglia Tognazzi, presente all’inaugurazione con Ricky, Simona Izzo, la nipote Bice Brambilla. Durante la presentazione in sala Quadri, aperta dall’assessore alla Cultura Rodolfo Bona, sono stati raccontati aneddoti e curiosità sul film “cult”, diretto da Mario Monicelli, subentrato a Pietro Germi, già in cattive condizioni di salute.
“Amici miei ha raffigurato un pezzo della cultura italiana ed è tuttora radicato nella nostra memoria”, ha spiegato Bona lasciando subito al parola a Massimo de Bellis in rappresentanza dell’associazione Strada del Gusto che da anni promuove il territorio cremonese attraverso le sue specialità culinarie.
Ricky Tognazzi ha rievocato aneddoti e curiosità legati al film, ripercorrendo anche gli antecedenti: la prima stesura della sceneggiatura ambientata a Bologna, città goliardica per eccellenza; la decisione di spostare a Firenze le riprese dopo il subentro di Monicelli; la passione per la cucina di Ugo che aveva contagiato troupe e attori.
E’ stata Simona Izzo a tratteggiare un aspetto del carattere di Ugo che esce dal clichè della commedia amara: “Ho avuto la gioia di avere Ugo come parente acquisito, di apprezzare quella sua grande capacità di empatizzare con chiunque gli fosse vicino, comprendendo subito come comportarsi”.
Il curatore della mostra, Marco Dionisi, ha spiegato come è nata la mostra e quanto sia stato esaltante conoscere un personaggio tanto eclettico attraverso i racconti dei parenti e dei collaboratori.
“Il film – ha spiegato – è diventato sempre più mitico negli anni, ma oggi se ne conoscono più le singole clip e difficilmente la pellicola passa nella sua interezza. C’era molto scetticismo quando inzialmente si passò dall’ambientazione bolognese a quella fiorentina, ma alla fine questa angolatura ha rappresentato il punto d’inzio di una comicità toscana che ha avuto altri grandi protagonisti”.
GB
Fotogallery Gianpaolo Guarneri





















