Candidatura Capitale Cultura
Portesani e FDI critici
Leggi anche:
Con una nota diffusa oggi, il capogruppo di Novità a Cremona Alessandro Portesani, insieme a Chiara Capelletti e Matteo Carotti di FDI, rivendica la paternità della proposta di candidare Cremona a Capitale italiana della Cultura 2029 e critica l’amministrazione di centrosinista “per quanto riguarda la capacità di condivisione dell’esecutivo con le forze anche e soprattutto dell’opposizione che avevano, per prime, lanciato l’idea in un clima culturale comunale peraltro non brillantissimo e sempre in affanno sia nei tempi, sia nella forza economica da destinare al settore”.
“Siamo sicuramente soddisfatti che la Giunta abbia approvato una delibera che dà ufficialmente il via al percorso per la candidatura di Cremona a Capitale Italiana della Cultura 2029, spiega Portesani – lo siamo meno per le modalità seguite dal sindaco Andrea Virgilio e dai suoi assessori.
“Crediamo, che per lo spirito di condivisione con tutte le forze politiche voluto e propugnato dal presidente del consiglio comunale Luciano Pizzetti, nella prima fase, sarebbe stato opportuno una condivisione del testo all’Ufficio di Presidenza dove tutto è partito. Praticamente ancora non conosciamo il testo e abbiamo saputo dell’approvazione dai media e non dal primo cittadino”.
“Se Cremona deve essere città della cultura lo sia per tutti- afferma Carotti – maggioranza e opposizioni e per tutte le forze della città e con un coinvolgimento di tutto il territorio vicino a Cremona. E’ stato un peccato, ad esempio, non coinvolgere Piacenza, con la quale il discorso sulla musica sarebbe stato fondamentale: leggasi la figura di Giuseppe Verdi, ma tant’è”.
“Ricordo che, oltre ai temi della liuteria e delle diverse manifestazioni musicali, due solo i temi fondamentali per la cultura: il patrimonio artistico e il patrimonio librario. Sul primo è inutile ricordare quanto questo sia fondamentale”, dice Chiara Capelletti. “Basata citare quello che il grande critico Roberto Longhi disse del Duomo, ‘la Cappella Sistina della Valpadana’.
“Per ciò che concerne quello librario, è un comparto su cui lavorare sia per la preziosità dei documenti rimasti, sia per la loro estensione temporale nei secoli. Servono sicuramente contenuti forti e non i tradizionali proclami che sanno di muffa demagogica”.
“Nonostante la sgrammaticatura istituzionale – conclude Portesani – restiamo disponibili a collaborare con le amministrazioni in virtù delle aperture fatte dal presidente del Consiglio Comunale”.