Cronaca

Morte in carcere, Cgil:
carichi di lavoro estenuanti

La notizia del gesto estremo avvenuto ieri pomeriggio nel carcere di via Cà del Ferro, da parte di un educatore – ruolo delicato che riguarda i rapporti tra i detenuti e il mondo esterno – riporta drammaticamente l’attenzione sulla situazione alla casa circondariale di Cremona dove l’ultima ispezione fatta lo scorso venerdi da rappresentanti di Forza Italia e Radicali ha fatto emergere il record storico di sovraffollamento, con 609 detenuti a fronte di 394 posti regolamentari, il 150% in più.

“Apprendiamo con profonda tristezza dell’estremo gesto volontario compiuto nella giornata di ieri all’interno della Casa Circondariale di Cremona da un Funzionario Giuridico Pedagogico”, afferma Luca Dall’Asta,  segretario generale Funzione Pubblica Cgil. “Nel rispetto della persona e senza entrare nel merito delle motivazioni che possono averlo spinto a un gesto così estremo, ci uniamo al dolore dei familiari, degli amici, delle colleghe e dei colleghi, a cui esprimiamo il nostro cordoglio più sentito.

“Ancora una volta, però, non possiamo esimerci dal denunciare le gravi condizioni di lavoro che da anni affliggono il personale penitenziario, sia del comparto Funzioni Centrali sia del Corpo di Polizia Penitenziaria: sovraffollamento strutturale, popolazione detenuta sempre più complessa, carichi lavorativi estenuanti e croniche carenze di organico.

“A questo si aggiunge una catena di comando che necessita urgentemente di una guida stabile: un Direttore effettivo e presente, coadiuvato da un Comandante di Reparto esperto, sono condizioni indispensabili per garantire equilibrio, sicurezza e continuità organizzativa.

“Il personale in servizio – di entrambi i comparti – non può e non deve essere considerato sacrificabile. Occorre finalmente investire risorse coerenti con la particolarità del lavoro svolto, mettendo in campo interventi mirati che rendano più sereno e gestibile un servizio pubblico essenziale, complesso e delicato, troppo spesso dimenticato.

“È duro dirlo, ma tutto ciò avviene nell’indifferenza delle Istituzioni e del Ministero della Giustizia che, al di là di rassicurazioni e proclami, continuano a intervenire con ritardi e difficoltà su problemi che ormai sono sistemici. A ciò si aggiunge il drammatico e inaccettabile numero di suicidi tra le persone detenute: un ulteriore segnale di un sistema al collasso, che non può più essere ignorato.

“La situazione delle carceri italiane e di quella di Cremona in particolare –  conclude il rappresentante Cgil –  deve essere affrontata con la massima urgenza da chi ha il potere e il dovere di decidere. In gioco non c’è soltanto la salute, ma la vita delle persone che vivono e lavorano nelle strutture penitenziarie”.

Il ruolo  di funzionario Giuridico Pedagogico in carcere è particarmente delicato e riguarda la parte trattamentale della detenzione: colloqui, orientamento scolastico o lavorativo, fine pena, relazioni al magistrato di sorveglianza, in pratica tutto quanto concerne il collegamento tra persona detenuta e il mondo esterno, anche in vista di un suo reinserimento sociale.

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...