Pieve d'Olmi, è bagarre: in cinque
lasciano l'aula, consiglio sospeso
Di scontri vecchi e nuovi, di abbandoni, di piccoli (o grandi?) colpi di scena.
Non una spy story all’americana ma l’ultimo consiglio comunale a Pieve d’Olmi, sospeso dopo pochi minuti – e rimandato a data da destinarsi – dopo l’uscita dall’aula di diversi consiglieri.
Facciamo però un passo indietro.
Primo punto all’ordine del giorno, nella seduta della serata di venerdì 28 novembre, era la “sostituzione” (in gergo, surroga) della consigliera di maggioranza Etele Arisi, che negli scorsi giorni aveva consegnato le sue dimissioni.
In questi casi, come di prassi, il posto lasciato vacante viene offerto al primo tra i non eletti della stessa lista che ha ottenuto più preferenze; la decisione deve quindi passare al vaglio (e al voto) del consiglio comunale.
A sintomo di una situazione che si sta facendo, di mese in mese, sempre più calda per la giunta capitanata dal sindaco Stefano Guastalla arriva però l’imprevisto: ad abbandonare l’aula, dopo la lettura di una dichiarazione ad hoc, il consigliere di maggioranza (ed ex vicesindaco) Lino Somenzi, seguito a ruota dalla collega – sempre di maggioranza – Daniela Arini.
Uno strappo interno, quindi, non di poco conto, con una provocazione a cui ha fatto eco anche il gruppo di minoranza: i consiglieri, guidati dall’ex sindaco Attilio Zabert, prima di lasciare a loro volta il consiglio comunale hanno usato parole dirette contro l’attuale amministrazione e il primo cittadino.
“Il Gruppo Consiliare ‘Pieve nel cuore di tutti‘ – fanno sapere in una nota diretta al segretario comunale -, ha deciso di abbandonare l’aula prima della votazione relativa alla surroga del Consigliere comunale dimissionario.
Tale determinazione non è dettata da alcuna motivazione personale nei confronti del primo candidato non eletto, bensì costituisce un atto politico volto a evidenziare come, a meno di due anni dall’insediamento, questa Amministrazione abbia palesemente perso la fiducia di alcuni dei suoi stessi componenti, ritrovandosi di fatto in una posizione di minoranza”.
“Le dimissioni della Consigliera Arisi – proseguono Zabert e i suoi – motivate con una completa e manifesta sfiducia nei confronti dell’Amministrazione di cui faceva parte, e la conseguente surroga del Signor Andrusiani, rappresentano un artificio politico per tentare di mantenere in piedi una Giunta che ha ormai esaurito il consenso di cui godeva, sia all’interno del Consiglio Comunale sia tra gli elettori di Pieve D’Olmi”.
Un piccolo terremoto interno, ma non il primo segnale di rottura: l’ex braccio destro di Guastalla e vicesindaco – il già citato Lino Somenzi – alcuni mesi fa aveva infatti rinunciato all’incarico, pur restando tra le fila del consiglio comunale.
Contatto in merito, il sindaco di Pieve d’Olmi Stefano Guastalla corre ai ripari, rivolgendosi direttamente ai propri consiglieri e cittadini.
Con l’abbandono dell’aula da parte di 5 consiglieri su 10 (tre di minoranza, due di maggioranza) è venuto meno anche il cosiddetto “numero legale”, necessario per ogni votazione.
“Questo comportamento, oltre a rappresentare una grave mancanza di rispetto verso le istituzioni – spiega Guastalla – ha causato un danno concreto al funzionamento del Comune e ha impedito l’esame e l’approvazione di atti necessari per l’operatività dell’ente. Non garantire il numero legale significa, di fatto, ostacolare il mandato popolare e compromettere la capacità dell’Amministrazione di lavorare per il bene collettivo”.
“Ricordo che la comunità ha espresso chiaramente la propria volontà alle ultime elezioni – prosegue – scegliendo una lista diversa da quella che aveva governato in precedenza. L’Amministrazione richiama formalmente i consiglieri comunali al senso di responsabilità istituzionale che il loro ruolo gli impone. Essere presenti in aula non è un gesto facoltativo, ma un dovere politico e morale verso gli elettori e verso la comunità che rappresentano“.
“Ribadiamo – conclude – che il corretto funzionamento del Consiglio Comunale è fondamentale per assicurare decisioni tempestive, la continuità amministrativa e la tutela dell’interesse generale. Ogni atteggiamento che impedisce lo svolgimento delle sedute danneggia il Comune e, soprattutto, i cittadini. L’Amministrazione continuerà a operare con trasparenza e determinazione per garantire stabilità, efficienza e rispetto del mandato ricevuto“.
Insomma, morale della serata: consiglio sospeso, problema rimandato.
Niente di irreparabile – almeno per il momento – ma di certo un’avvisaglia non da poco; ora al Sindaco Guastalla spetta un amaro calice: ricucire gli strappi interni, per poter proseguire con il mandato da poco iniziato.