Trovato Oliver: le segnalazioni e
il drone dell'esperta fanno centro
Sugli spostamenti di animali randagi dal Sud al Nord Italia, come è avvenuto per Oliver, è intervenuta Maria Pia Superti, responsabile della sezione Lav di Cremona: "Realtà che nasconde una rete complessa di interessi economici, carenze strutturali e gravi violazioni del benessere animale"
Ogni tanto, una storia a lieto fine. Oliver, il cane fuggito al termine del suo viaggio dal canile di Castrovillari a Cremona per cercare adozione, è stato finalmente trovato e messo in sicurezza. Randagio da sempre, l’animale, di cinque anni, era stato portato dalla provincia di Cosenza a Cremona in stallo in attesa di trovare una casa tutta sua. Ma al momento di scendere dal mezzo si era liberato di pettorina e guinzaglio ed era scappato nei campi, in direzione Sospiro.
Per più di un mese si sono mobilitati in tanti per cercarlo: segnalazioni, avvistamenti, foto, video, una pioggia di volantini, e alla fine è stato trovato. Salvo e in buona salute. Una storia a lieto fine grazie all’intervento di Debora Fiora, esperta ricercatrice e volontaria dell’associazione “Acchiappalevrieri”, che con il suo drone ha seguito i movimenti di Oliver, circoscrivendo il suo tragitto fino a concentrarsi sui territori di Marzalengo e Casalsigone. Una volta individuato l’animale, Debora ha posizionato dei punti cibo e la gabbia trappola, e alla fine Oliver è entrato.

Per prenderlo ci è voluta tanta pazienza, costanza, capacità e anche un pizzico di fortuna, che non guasta mai. Con la sua associazione, Debora riporta a casa circa 300 cani l’anno, spostandosi in tutta Italia. E lo ha fatto anche con Oliver. Ha seguito le segnalazioni, ha lavorato con il drone, si è spostata con la sua auto di cascina in cascina, da Castelleone fino al confine con il bresciano, percorrendo strade, campagne, ferrovie, dormendo nella sua macchina per quindici giorni per non abbandonare la pista e non perdere avvistamenti preziosi. Lo ha fatto con la pioggia, con il sole, con la nebbia, senza mai darsi per vinta, completamente immersa nella ricerca.
La sua perseveranza alla fine l’ha premiata. “Gli ultimi giorni le segnalazioni si sono fatte sempre più precise”, ha spiegato Debora, che per individuare Oliver ha dovuto imparare a conoscere il suo tragitto. “Il cane è stato trovato in buona salute e non particolarmente provato“, ha raccontato la ricercatrice. “E’ sempre stato un randagio e quindi in tutte queste settimane si è saputo arrangiare, ha trovato cibo ed è riuscito a evitare i pericoli delle strade”.
A dare una mano preziosa a Debora è stato l’uomo che avrebbe dovuto avere Oliver in stallo al suo arrivo dalla provincia di Cosenza. Ora il cane è a casa sua. Deciderà se tenerlo oppure trovare qualcuno che lo adotterà.
Sugli spostamenti di animali randagi dal Sud al Nord Italia, come è avvenuto per Oliver, è intervenuta Maria Pia Superti, responsabile della sezione Lav di Cremona: “Si tratta di una realtà spesso poco conosciuta, ma che nasconde una rete complessa di interessi economici, carenze strutturali e gravi violazioni del benessere animale. Si tratta di un fenomeno che coinvolge migliaia di cani e gatti ogni anno, prelevati per lo più dalle strade o dai canili sovraffollati delle regioni meridionali e trasferiti – talvolta legalmente, spesso no – verso il Centro-Nord, dove la domanda di animali da compagnia è più alta, e i controlli, paradossalmente, possono essere più aggirati con dichiarazioni formali.

Sebbene esistano molte associazioni serie che si occupano di salvataggio e ricollocamento di animali, non mancano i casi in cui sedicenti volontari, con la scusa della solidarietà, gestiscono un vero e proprio traffico: animali prelevati senza controlli sanitari, stipati in furgoni non autorizzati, trasportati per ore in condizioni stressanti e privi dei documenti necessari. In alcuni casi questi animali vengono “piazzati” in famiglie dietro pagamento di una donazione obbligatoria che nasconde un vero e proprio guadagno. Spesso i cani vengono trasferiti in stallo dietro il pagamento mensile di una cifra, senza tracciabilità.
Gli animali coinvolti in questi trasferimenti rischiano traumi, malattie e talvolta la morte. Il loro spostamento non avviene sempre con criterio: spesso vengono trasferiti senza che vi sia un’adeguata valutazione comportamentale (come i cani fobici o aggressivi) e vengono affidati a famiglie o persone non preparate, generando nuovi abbandoni o situazioni problematiche, come la fuga di Oliver, il cane mandato dalla Calabria il primo novembre, scappato non appena arrivato davanti a casa della persona che lo avrebbe dovuto avere in stallo.
Il problema riguarda anche la mancanza di controlli su chi richiede cani in numero esagerato, senza avere spazi e risorse adeguate per mantenerli in una condizione di benessere.
Le regioni in cui vi è randagismo non risolveranno mai il problema spostando cani forastici, malati di leishmaniosi”. “Il problema”, ha concluso Superti, “si deve affrontare facendo pressione sulle istituzioni e facendo azioni di informazione e sterilizzazione a livello capillare, come facciamo noi di Lav con il dialogo pressante con le istituzioni e gli sterilizza-tour, ovvero l’allestimenti di ospedali veterinari da campo per sterilizzare e microchippare gratuitamente cani e gatti anche di privati”.
Sara Pizzorni