Cronaca

Lasciati senza cibo: proprietari
denunciati per le morti e l'orrore

I cani ridotti ormai pelle e ossa

Due cani lasciati morire di fame e uno, in fin di vita, salvato per miracolo. Il racconto dell’orrore è esposto in una denuncia nei confronti dei proprietari, una coppia di Castelvetro Piacentino, frazione San Giuliano. Lav, Lega anti vivisezione, tramite l’avvocato Chiara Barcellesi, del Foro di Cremona, ha depositato in procura a Piacenza una memoria in cui si ritiene parte offesa ed è pronta a costituirsi parte civile nel futuro procedimento penale. Dalle informazioni riferite dalle volontarie, risulta che la coppia fosse proprietaria di tre cani: Bibo, Red Moon e Murphy, quest’ultimo arrivato dalla Sardegna per essere adottato e salvato dal randagismo. Purtroppo, invece della salvezza, ha trovato la morte.

Secondo l’accusa, i tre animali erano costretti dai proprietari a vivere all’interno della lavanderia attigua all’abitazione, così come è stato appurato dalla documentazione agli atti. I cani venivano fatti uscire all’aperto solo sporadicamente e solo nel cortile, ma comunque alla catena, come documentato da foto e video. Nell’estate di quest’anno, inoltre, ai tre cani non veniva dato da mangiare.  Per loro, solo tre ciotole d’acqua al giorno. I tre animali, nel disperato tentativo di rimanere in vita, avendo poca acqua, nonostante il clima torrido e nessun tipo di cibo a disposizione, istintivamente si sono nutriti con delle bacche presumibilmente trovate in cortile.

Nessuno dei due coniugi, nonostante la vistosa perdita di peso dei loro cani, ha mai pensato di contattare un veterinario. Solo il 18 settembre scorso, quando ormai le condizioni cliniche erano disperate, si sono decisi a portare i cani presso due ambulatori veterinari della zona. Murphy e Bibo, però, non ce l’hanno fatta. Solo Red Moon, arrivato in fin di vita, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, ed è stato salvato. “Inspiegabilmente”, ha fatto sapere Lav, “è stato riaffidato agli stessi proprietari”.

“In questi mesi”, si legge nella memoria di Lav, i due indagati “hanno lasciato che i propri cani morissero d’inedia, affamandoli, lasciandoli nella più totale disperazione ed agonia, senza preoccuparsi minimamente della loro progressiva ed inesorabile perdita di peso. I cani sono stati anche limitati nella propria libertà in quanto segregati in una lavanderia e le poche volte che veniva loro concesso di uscire, a rotazione, erano costretti alla catena senza possibilità di passeggiare all’esterno, pur essendo presente, a meno di cento metri dall’abitazione, un’area cani.

Bibo, Murphy e Red Moon non sono stati accuditi, ma consapevolmente abbandonati a loro stessi, subendo maltrattamenti e sevizie i cui effetti risultano ben evidenti, anche agli occhi meno esperti, non solo per le conclamate morti, ma anche solo scrutando i loro sguardi catturati dalle istantanee dei loro proprietari. Red Moon, la cagnolina sopravvissuta, nonostante l’inferno vissuto, è stata lasciata nelle mani di chi ha tentato di ucciderla e nei medesimi luoghi in cui ha visto spegnersi i suoi compagni di giochi ed unici affetti”. Lav sostiene fermamente che tale situazione sia “fortemente pregiudizievole per il benessere dell’animale che è esposto ad essere nuovamente vittima delle condotte illecite dei suoi proprietari”.

Lav chiede che su Bibo e Murphy venga effettuata urgentemente un’autopsia veterinaria per accertare con precisione la causa del decesso e rilevare eventuali sofferenze prolungate o sevizie per garantire la corretta qualificazione giuridica del reato”. Lav, in quanto parte offesa, chiede anche che venga acquisita tutta la documentazione in suo possesso da cui emergono ammissioni e riferimenti diretti ai fatti.

Si chiede inoltre che Red Moon sia affidato temporaneamente alla stessa Lav, o ad una struttura, oppure a terze persone considerate idonee, e infine che “si valutino le ipotesi di reato di uccisione, o in subordine di maltrattamento di animali, con la circostanza aggravante del fatto commesso ai danni di più animali, con reiterazione della condotta omissiva e prolungato stato di sofferenza”.

Sara Pizzorni

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