Voto Padania Acque, Centrodestra
attacca il presidente Mariani
Il gruppo consiliare Centrodestra per Cremona presenta un’interrogazione al presidente della Provincia Roberto Mariani dopo l’astensione sul voto alle modifiche statutarie di Padania Acque, nonostante il mandato favorevole del Consiglio provinciale.
Il gruppo consiliare Centrodestra per Cremona ha presentato un’interrogazione formale al presidente della Provincia Roberto Mariani, chiedendo chiarimenti sul suo comportamento in occasione dell’Assemblea dei Soci di Padania Acque del 18 dicembre scorso.
Al centro della contestazione c’è la scelta del presidente di astenersi dal voto sulle modifiche statutarie della società partecipata Padania Acque, nonostante avesse ricevuto un mandato di voto favorevole dal Consiglio provinciale, riunitosi a fine novembre.
A spiegare le motivazioni, in una nota, sono i consiglieri Filippo Raglio, Gianni Rossoni e Valeria Patelli.
Secondo i firmatari, quella decisione ha avuto un effetto diretto e rilevante: “l’astensione ha infatti determinato il rigetto della proposta di modifica dello statuto, che necessitava di una maggioranza qualificata dei soci per essere approvata. Una proposta che, viene sottolineato, era già stata approvata da tutti i consigli comunali del territorio provinciale”.
“La rilevanza di questo episodio non si limita alla questione del merito della proposta – spiegano i consiglieri di Centrodestra per Cremona – ma tocca un principio fondamentale del funzionamento delle istituzioni: il rispetto dell’indirizzo politico e amministrativo espresso dal Consiglio”.
Secondo Raglio, Rossoni e Patelli, “se un Presidente può disattendere unilateralmente un atto consiliare senza una motivazione chiara e preventiva, senza consultare né informare il Consiglio stesso, si creano pericolosi precedenti che minano la credibilità istituzionale”, soprattutto in un contesto come quello provinciale, “chiamato a coordinarsi con tutti i Comuni per decisioni di questo tipo”.
“Ci appare inaccettabile la motivazione della giravolta addotta dal Presidente all’atto del voto in Assemblea dei soci, ossia che si sarebbe accorto solo in quel momento, grazie all’intervento di un assessore comunale del Ps, della necessità di un limite ai mandati delle cariche societarie, che la riforma dello statuto non andava a normare” si legge nel documento diffuso dai tre consiglieri.
“Non solo non c’è alcun obbligo di legge in merito che avrebbe costretto Mariani a ravvedersi, ma non si tratta nemmeno di un qualcosa di così complesso o fantasioso, tale che non potesse maturare durante il confronto politico precedente. A ben vedere, già durante la discussione in Consiglio Provinciale sulla relativa delibera, un consigliere di Fratelli d’Italia aveva espresso le proprie perplessità, richiamando anche una insufficiente regolazione delle cariche societarie. In quella occasione, l’intera amministrazione Mariani, dopo aver ascoltato la discussione, aveva votato a favore dello statuto, senza alcuna esitazione.
Anche rispetto alla posizione di Fratelli d’Italia, è doveroso notare che essa sia stata portata solo al momento del voto, e non nelle opportune sedi di confronto preventive all’avvio del lungo iter di approvazioni da parte di tutti i consigli comunali del territorio e del consiglio provinciale.
Il risultato di queste correzioni improvvise e organizzate, è che tutto rimane come prima; che il tempo e le risorse impegnate dalla società Padania Acque e da tutti quei comuni che hanno convocato il consiglio per deliberare, magari con le difficoltà tipiche dei piccoli enti nella condivisione dei segretari comunali, sono state sprecate, perché ora occorre riscrivere ancora lo statuto e riavviare l’iter di oltre cento delibere di approvazione” concludono i consiglieri, che hanno appunto presentato una interrogazione nel merito.
“L’Amministrazione provinciale ha ribadito di voler rappresentare “la casa dei comuni”, ma i fatti recenti dimostrano tutt’altra serietà nel rispettare un simile principio: semmai la percezione dei sindaci è più quella di un intralcio al lavoro dei comuni e delle società pubbliche” concludono Patelli, Raglio e Rossoni.