Padania Acque, FI e Lega: "Consiglio
comunale esautorato, fatto grave"
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Arriva anche a Cremona, a palazzo Comunale, la polemica sulle modifiche allo Statuto di Padania Acque, dopo il dietrofront dei sindaci che nell’assemblea dei soci del 18 dicembre non hanno proceduto all’approvazione di quanto votato nei rispettivi consigli comunali.
Dopo che analoghe interrogazioni sono state portate dai gruppi di Forza Italia e Lega in alcune amministrazioni comunali e dopo il forfait di Valeria Patelli e Gianni Rossoni (FI) dalla seduta del consiglio provinciale che approvava il bilancio, anche i consiglieri Andrea Carassai e Jane Alquati intendono andare a fondo della questione, con un’interrogazione a risposta orale a cui sarà chiamata a rispondere Simona Pasquali, assessore all’Ambiente e rappresentante del Comune di Cremona proprio nell’assemblea del 18 dicembre.
“Il voto espresso dall’Assessore Pasquali in occasione dell’Assemblea di Padania Acque costituisce un grave vulnus istituzionale e un pericoloso precedente”, affermano in una nota.
“A distanza di poche ore dal voto favorevole alla proposta di delibera n° 7036/2025 Modifica dello Statuto dell’Azienda Padania Acque S.p.A espresso la mattina dello stesso giorno dal Consiglio Comunale di Cremona a larghissima maggioranza (escluso il gruppo di FdI), l’assessore delegato dal Sindaco Andrea Virgilio, ha disatteso l’indirizzo fornito dal Consiglio Comunale e si è astenuta, contribuendo in tal modo a non far raggiungere il quorum richiesto dei 2/3 del capitale sociale presente. Infatti, in questa fattispecie, l’astensione equivale a voto contrario.
“Se è vero che durante la discussione del punto un paio di colleghi hanno evidenziato che, a loro parere, sarebbe stato utile inserire nello statuto un limite al numero di mandati dei componenti degli organi della società, è altrettanto vero che tale norma non è obbligatoria e che il medesimo obiettivo si poteva tranquillamente ottenere con un distinto atto di indirizzo dell’assemblea, senza necessariamente rinviare l’approvazione delle modifiche, scelta che imporrà a tutti i comuni della Provincia di Cremona di ritornare nei consigli comunali.
“A riprova di quanto fin qui sostenuto vi è l’evidenza che la delibera è stata approvata dal Consiglio Comunale nella sua versione originale, come proposta degli uffici, senza alcun emendamento e quindi senza alcuna modifica. (…) . Il rappresentante del Comune di Cremona ha l’obbligo istituzionale di esprimere in assemblea l’indirizzo deliberato dall’organo collegiale”.
I due consiglieri si rifanno anche alla seduta dell’11 dicembre dell’Ufficio di Presidenza dove i vertici di Padania Acque avevano illustrato le modifiche allo statuto. In quella occasione il presidente del Consiglio Comunale Luciano Pizzetti, rispondendo ad un quesito di Alessandro Portesani, “ha rassicurato i presenti che la delibera era vincolante per tutti e più precisamente: ‘il rappresentante del Comune, non necessariamente il sindaco, va là portando di fatto la delibera consigliare‘. Il Presidente concludeva il suo intervento sostenendo testualmente: ‘Ci mancherebbe pure che il Consiglio vota A e l’Amministrazione fa B’. L’Ufficio di Presidenza, riunito in forma di commissione, si è concluso con il parere favorevole di tutti i capigruppo, ad esclusione del rappresentante del gruppo di FdI che si è astenuta”.
“Incredibilmente – aggiungono ancora Carassai e Alquati – nel Consiglio Comunale del 18 dicembre e nella successiva assemblea di Padania Acque si è verificato esattamente lo scenario che il Presidente Pizzetti aveva considerato impossibile.
“Quanto accaduto costituisce anche un pericoloso precedente. Delegittimare gli organi collegiali dell’Amministrazione Comunale da parte di chi dovrebbe tutelarne le prerogative è allarmante e rischia di incrementare lo scollamento tra gli elettori, i suoi rappresentanti e la Giunta Comunale che ha assunto una posizione opposta rispetto al mandato ricevuto.
“Per queste ragioni – concludono i consiglieri di opposizione – abbiamo presentato un’interrogazione a risposta orale diretta al Sindaco di Cremona e all’Assessore Pasquali volta a chiedere chiarimenti in merito a quanto accaduto e più precisamente per quali ragioni l’assessore Pasquali abbia espresso in assemblea il voto di astensione in difformità rispetto all’indirizzo chiaramente espresso dal Consiglio Comunale di Cremona”. GB