La vicenda della scuola di Pizzighettone, un impatto emotivo devastanteScrive la dirigente scolastica
Dopo la vicenda della (mai) avvenuta violenza nei confronti di un bambino della scuola di Pizzighettone, dell’insegnante di sostegno sbattuto in prima pagina come un mostro e tutte le speculazioni (anche politiche) che ne sono derivate, la dirigente scolastica del Polo di Pizzighettone Paola Manara ha scritto al Pm Francesco Messina, agli organi di stampa, ai servizi sociali del Comune di Pizzighettone, all’Equipe abuso e maltrattamento grave, al Dirigente Ust, una lettera su quanto accaduto stigmatizzando l’impatto emotivo devastante di una vicenda che in realtà non era mai accaduta.
Per chi, educatore o insegnante, opera con i bambini e le bambine, una parte del lavoro che comunque richiede professionalità, attenzione, sensibilità e capacità relazionale è rivolto agli adulti, ai genitori, a coloro che quotidianamente affidano ad educatori e insegnanti i propri figli.
La fiducia non è data a priori ma è frutto della comunicazione, della trasparenza, del modo in cui educatori ed insegnanti rendono conto del proprio operare. E’ questa fiducia, non facile da costruire e facile da distruggere (perché basta un singolo episodio o, addirittura, l’ipotesi di un episodio per mettere in discussione un intero sistema) ad essere stata minata da un sospetto di abuso ai danni di un minore che ha avuto altissima risonanza mediatica ormai più di due mesi fa. Il rilievo dato alla notizia, la quantità delle fonti che l’hanno ripresa e diffusa ci ha impedito di evitare un forte impatto sugli alunni, soprattutto quelli delle classi coinvolte. Non sono stati mesi facili e non è stato facile mantenere la linea del silenzio che avevamo scelto per rispetto del lavoro degli inquirenti e per non aggiungere clamore a clamore . Adesso che grazie al lavoro degli inquirenti, a cui va la mia riconoscenza anche per la delicatezza usata nel rapportarsi al contesto scolastico, ci sono state restituite dignità professionale e serenità, in qualità di dirigente scolastico della scuola coinvolta questo silenzio lo rompo per ringraziare tutto il personale della scuola per il lavoro poco visibile ma costante di ri-costruzione del rapporto di fiducia con i genitori, per le attenzioni rivolte agli alunni. Lo rompo per ringraziare i genitori, dai rappresentanti di classe che hanno saputo interpretare bisogni di rassicurazione, esigenze di incontro con esperti, necessità di rifondare il dialogo e la relazione con la scuola, anche loro senza clamori, con sensibilità ed equilibrio, a quelli che hanno costantemente affiancato alunni e docenti nella prosecuzione delle attività di nuoto. Ringrazio anche i servizi sociali e l’equipe dell’ufficio di piano che hanno messo a disposizione la loro professionalità per aiutarci ad affrontare i dubbi, i timori, le domande che i bambini e le bambine ci ponevano. Rimane la tristezza al pensiero di un bambino di nove anni la cui vita non sarà più la stessa. Mi rimane anche una domanda: ma sarebbe davvero impossibile contemperare il diritto di cronaca con l’opportunità di evitare impatti emotivi che rischiano di essere devastanti?
Il Dirigente Scolastico
Dott. Paola Manara