Discarica di amianto di Cappella Cantone, il 28 luglio si esprimerà il Tar ma la Provincia vuole accelerare

Improvvisa e strana accelerazione nella vicenda della discarica di amianto a Cappella Cantone. Lo scorso sei luglio la Giunta provinciale ha approvato all’unanimità (quindi anche con il sì della Lega) una delibera con la quale di fatto si rimette nelle mani della Regione Lombardia ogni decisione in merito alla revisione del piano cave ed inoltre si afferma di “impegnarsi ad esprimere il proprio parere di indirizzo per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale sulla realizzazione e gestione della discarica (di amianto di Cappella Cantone, ndr) di che trattasi, in occasione della Conferenza dei Servizi (decisoria) che sarà convocata nei prossimi mesi dagli Uffici Regionali”.
Di fatto la Provincia conferma la sua indicazione. Una delibera che a detta di alcuni legali è quantomeno inopportuna anche perché verosimilmente il prossimo 28 luglio la Prima Sezione del Tar di Brescia esaminerà il ricorso presentato dall’avvocato Antonino Rizzo per conto del Cise (Consorzio Intercomunale Sviluppo Economico) con sede a Soresina e dei Comuni di Pizzighettone e Castelleone e l’altro presentato dalla Lameri Cereals di San Bassano. Quest’ultima azienda è tra l’altro impegnata a realizzare nuovi impianti della filiera alimentare ed ha già minacciato di trasferire altrove la propria produzione se venisse autorizzata la discarica di amianto a poche centinaia di metri dalle sue linee industriali . Il ricorso è contro La Regione Lombardia e Cavenord srl. Nel mirino dei legali c’è il verbale della conferenza di servizi del 9 giugno con la quale si è preso atto di un nuovo progetto per realizzare una discarica di rifiuti speciali d’amianto nella ex cava di sabbia e ghiaia di Cappella Cantone, la delibera della Giunta Regionale del 20 aprile scorso con la quale la Giunta lombarda avocava a sè il coordinamento di tutte le procedure di Via e di autorizzazione di gestione dei rifiuti da realizzarsi nei piani cave vigenti.
Ovviamente diventa impugnabile anche la nuova delibera di mercoledì scorso.
“Da un primo esame della delibera adottata dalla Giunta Provinciale nella sua seduta di ieri, si possono cogliere due elementi: da un lato l’imbarazzo per i ritardi con cui procede l’esame del Piano cave, anoressico, approvato dalla Giunta Salini e smarritosi nei meandri della burocrazia regionale con il disastro annunciato di qualche centinaio di posti di lavoro messi a serio rischio nel settore cave/edilizia. – afferma Giuseppe Torchio – Dall’altro lato, la posizione succube e prona ai celesti voleri del Pirellone che nel più importante distretto agroalimentare di qualità del Paese vorrebbero individuare una discarica antidiluviana di amianto e a quanto pare, più recentemente, anche una ecologica centrale a carbone. In tal modo, sicuramente si attireranno frotte di turisti a navigare l’Adda e a degustare la filiera agro gastronomica del territorio. Al di là della forma, il rituale richiamo alle posizioni dei Comuni e delle Aziende vicine è concentrato in una sola riga delle osservazioni presentate nella Conferenza dei servizi del 9 giugno scorso (mentre la quasi totalità di quelle osservazioni è legata allo svincolo della fidejussione prestata dalla Seraco). L’atto della Giunta provinciale non esprime alcuna critica nei confronti della delibera di Giunta Regionale n. 1594 dello scorso aprile, un vero e proprio decreto di espropriazione delle competenze provinciali e oggetto di documentati ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale che, secondo taluni, potrebbero configurare rilievi anche di natura penale. E’ evidente che la Giunta provinciale sia liera di questa capitis diminutio, e sicuramente potrà partecipare con successo al referendum per l’abolizione delle Province, perché in tal modo sicuramente non esprime nemmeno quel barlume di autonomia e di rappresentanza della collettività che tutte le istanze finora pervenute hanno voluto indicare. Infine, stupisce che sia stato necessario uno slittamento di due settimane del Consiglio Provinciale per partorire questa delibera un po’ formale e un po’ tartufesca, che non fa che ribadire un volere già scritto da due anni. Sarebbe più interessante, al riguardo, poter conoscere il parere tecnico che dovrebbe accompagnare la Delibera, atto per il quale ho presentato richiesta di accesso”.