«La Cremona da bere» riempie l’Arena per un giro a 360 gradi nell’Italialand di Maurizio Crozza

L’Arena Giardino non è mai stata così piena. E deve essere stato un bel colpo d’occhio vedere tutta quella gente salire fino in alto sulle gradinate. Un bel colpo d’occhio anche dal palco e anche per Maurizio Crozza che ha continuato a dire: «Che belli che siete! Sembra di essere all’Aquafan di Riccione…e io sono la foca!». Pubblico a parte, benvenuti nel paese dei balocchi. L’Italialand di Maurizio Crozza che, con qualche parrucca e un leggio, cantando e imitando, ha saputo intrattenere «la Cremona da bere» del Festival di Mezza Estate per due ore e un quarto senza pausa e senza noia. Un paese bello l’Italia, «sembriamo criminali e invece siamo dei creativi». Partenza autobiografica da Genova, città natale di Crozza: una città vecchia, «dove ci sono più matrimoni tra nonni e badanti che tra giovani ventenni», «dove in discoteca si spaccia pera cotta e le cubiste sono vestite da caposala». Il seguito è un excursus che va dalla P4 («non bastava la P2?») alla Tav, boccone prelibato di tanti faccendieri («Vogliono far viaggiare il tonno a 300 km/h fino a Lione, non possiamo far viaggiare i pendolari fino a Milano ad 80?»), dalla spazzatura di Napoli («e Goethe l’aveva detto: “Vedi Napoli e poi muori!”) all’Abruzzo dove «per impedire alle prostitute di appartarsi con i clienti in un bosco vicino alla statale hanno abbattuto il bosco». E ancora, Santoro («Che palle!»), Rutelli, Corona, Lele Mora. E’ Italialand, ragazzi, un posto dove «nessuno si riconosce nello Stato perchè tutti dicono: “Comunque io non sono stato”». Allora, ecco la Lega («a furia di cantare ‘Va pensiero’ il pensiero se ne è andato sul serio!») e Aldo Brancher, «il ministro durato 28 secondi».
A questo punto, l’intuizione: «Saremo mica vittime di un esperimento scientifico? Di un test sul nostro livello di sopportazione? Ma gli italiani sono come Tomb Raider. Sopportano tutto: barzellette, barzellette con bestemmia, barzellette con bestemmia più bunga bunga, processi per corruzione, escort, perfino il cucù alla Merkel». Una carrellata irriverente di politici da «mandare a casa o a casissima». Berlusconi è «un presidente da Autogrill», La Russa è un «Ignaziotauro, metà uomo e metà citofono», la Santanché «Crudelia Demon», Giovanardi «talmente ossessionato dagli omosessuali che…Carlo, non è che ci dovrai mica confessare qualcosa?».
La filosofia dei governanti di Italialand è quella del “a sua insaputa”. Una preghiera dei reati commessi dai politici italiani, recitata dal Crozza-sacerdote davanti a tutta l’Arena in piedi che risponde in coro “A sua insaputa”. Poi, il viaggio nel paese dei balocchi continua. Brunetta si sogna alto 1 metro e 80, il Pd «è come il cartone che da bambini si attaccava alla bici per fare rumore. Fa rumore, ma non serve a niente perché da statuto i democratici possono far cadere solo il proprio di governo!» e Renzi, sindaco di Firenze, «è un bambino di 40 anni: la cosa più di sinistra che ha fatto è mettere il lucchetto a Ponte Milvio». Ed ecco, Bersani («Ho creato un mostro – si sfoga Crozza -. La metafora “siamo qui a smacchiare i giaguari” l’ho inventata io!») e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, acquattato sotto la scrivania in mogano per non leggere i giornali o non firmare le leggi del governo e tornato ai doveri istituzionali «con viva e vibrante soddisfazione» solo in cambio di biscottini alla fragola e di una fetta di sacher con panna. C’è il Papa, imitato «con affetto», e c’è Marchionne alle prese con gli scherzi della Fiom, la sigla sindacale che gli «sbriciola i wafer nel letto» o gli «tira i boeri in bocca prima del posto di blocco con l’alcoltest». Chiude la rassegna Giacobbo, conduttore di Voyager che – nell’Italialand di Crozza – diventa “Kazzenger”, il programma «di scienza e tecnologia, ma anche di tanta approssimazione».
«Ciao Cremona, vi amo!». E’ il saluto di Maurizio Crozza all’Arena che si sta già alzando dalle sedie, ma è costretta a risedersi per assistere all’ultima perla del comico genovese: l’architetto Fuffas che, ospite all’Expo di Milano, presenta la sua ultima invenzione, le case costruite con i crackers. Finisce così lo spettacolo “I fenomeni” di Crozza, con Andrea Zalone alla voce e Silvano Belfiore per la musica in scena. Una fenomenologia della scena politica e sociale contemporanea che fa ridere, fa arrabbiare e fa pensare.
Greta Filippini
Foto di Francesco Sessa (fotofrancescosessa.xoom.it)