Nuova razzia dei predoni del PoRubati a Eridanea cinque motori e una barca
I predoni del Po colpiscono ancora. Questa volta nella nostra provincia nella notte tra venerdì e sabato. Presa di mira la Canottieri Eridanea di Casalmaggiore, dove è stata rubata una barca (successivamente abbandonata dalle parti di Viadana) e cinque motori fuoribordo. La tecnica è sempre la stessa, i banditi nel pieno della notte scardinano i motori, si impossessano di una barca per poterli trasportare in un punto isolato lungo il fiume ed infine si dileguano con un mezzo di trasporto. Il danno complessivo del furto si aggira intorno ai 10000 euro ai quali vanno sommati i danni causati alle imbarcazioni. Dei cinque motori rubati tre sono di proprietà della Canottieri Eridanea e due di soci della stessa. «Il mio rammarico- dice il presidente della società Stefano Negri- è che questa piaga non si riesca a risolvere, sentiamo di furti a destra e a sinistra e non vediamo la possibilità di cambiamento. Potremmo anche porre rimedio ai danni ma l’anno prossimo ci ritroveremmo ancora nelle stesse condizioni. Non è possibile che non si riesca ad arginare questo fenomeno illegale, so già che gli autori rimarranno impuniti. Il Po è una zona franca che nessuno riesce a sorvegliare, cosa che impedisce di prendere questi predoni».
L’elenco dei precedenti è lungo e percorre gran parte dell’asta del Po. Mortizza, Isola Pescaroli, Viadana, Boretto, Luzzara. Nel porto di Boretto il più recente, all’inizio di luglio si sono volatilizzati nel nulla cinque motori. La tensione lungo le rive del fiume che vanno dal piacentino fino a Reggio Emilia è molto alta, ormai è impossibile essere tranquilli anche con motori vecchi e di poco valore.
Nonostante il livello di guardia sia ormai alto da mesi, la catena di furti lungo il fiume sembra inarrestabile. Già lo scorso giugno dopo diversi fatti di cronaca e i ripetuti appelli dei pescatori, le istituzioni si sono riunite attorno ad un tavolo di crisi per poter affrontare il problema. Sindaci e forze dell’ordine si sono incontrati con la gente del Po per tracciare una strategia di difesa. È da tempo ormai che il lento scorrere del grande fiume è turbato da bande di malviventi. Bande provenienti probabilmente dall’est Europa che hanno avviato una fiorente attività di contrabbando di motori fuoribordo. La sensazione è che queste bande si siano sviluppate partendo da un’altra attività illegale, quella della pesca di frodo. Gli appassionati che vivono il Po, da tempo, lamentano la presenza di numerose persone sospette che di giorno razziano pesci e di notte potrebbero essere i responsabili d’altro tipo razzie. Questi sospetti sembrano essere confermati da pescatori che sempre più spesso sono stati aggrediti o minacciati. Anche le recenti inchieste della procura di Trieste sul traffico di barche e motori rubati tra Italia, Romania e Ungheria, pare confermino questo tipo di ipotesi.
Tommaso Gerevini