Le Mose, fermata prostituta di 14 anniEra con una rumena (19 anni) di Cremona Diversi cremonesi tra i clienti

Caorsana, località Le Mose. Quartiere a luci rosse di Piacenza. Ogni settimana i vigili urbani multano numerosi clienti: tra questi ci sono diversi uomini cremonesi. Le prostitute che esercitano sulla SP10, nigeriane in primis, ma anche rumene e albanesi, inoltre, sono per la maggior parte pendolari: arrivano qui la sera da altre città, tra cui Cremona, e poi ripartano all’alba. Così, la diciannovenne di nazionalità romena, trovata in compagnia di una baby-prostituta di 14 anni fermata sabato pomeriggio sulla Caorsana, è risultata residente nel cremonese. Le due ragazze aspettavano clienti lungo la strada, quando la Polizia Municipale le ha avvicinate e ha chiesto loro i documenti. La 19enne domiciliata in provincia di Cremona ha mostrato la propria carta d’identità, l’altra ragazza, invece, spaventata, non ha fornito i documenti agli agenti, dando risposte vaghe circa l’età. Insospettiti dal giovane volto, gli agenti hanno disposto l’esame auxologico secondo il quale la ragazza è risultata avere non più di 14 anni. La giovane, in Italia da tre settimane, era già stata fotosegnalata con un nome diverso ed un’età di 18 anni. Ora, affidata ai Servizi Sociali, è ospite di una struttura protetta.
LA SITUAZIONE ALLE MOSE
La striscia d’asfalto che unisce Piacenza a Caorso, di giorno è un’area popolata da camion e operai, di notte da prostitue, clienti – provenienti anche dal cremonese – e forze dell’ordine. «L’età media delle ragazze – spiega la Lila (Lega Italiana Lotta all’Aids) nell’inchiesta a puntate di Piacenzasera – è di 25 anni. Su cento ragazze, il 40% sono nigeriane, seguono rumene e albanesi. Pochissime le italiane». Una prostituta di strada – si legge nel reportage – lavora in media 3 anni, poi riesce ad emanciparsi o svanisce in un’altra città. In città, vi è una rigida divisione delle zone a seconda delle etnie delle ragazze. Le nigeriane esercitano quasi esclusivamente in strada, le rumene girano sempre in coppia per guardarsi le spalle a vicenda. La prestazione base costa 30 euro, ma i clienti in questo periodo sono meno disposti a pagare queste cifre, dunque, tra le nigeriane soprattutto, c’è chi si prostituisce per 20 euro o addirittura per 5 o 10.
GLI INTERVENTI DELLA CARITAS A CREMONA
Dal 1998, la Caritas cremonese ha istituito un servizio denominato “Donne vittime della tratta”. Un servizio di accoglienza per le ragazze che decidono di uscire dal giro e che – se decidono di denunciare – vengono avvicinate a strutture idonee. Arrivano alla Caritas per lo più direttamente dalla strada (dalla Paullese o da via Mantova, le zone della prostituzione cremonese), a qualsiasi ora, spesso solo con gli abiti che indossano, una volta riuscite a sfuggire al controllo dei loro “protettori”. Alla Caritas le ragazze trovano una collocazione protetta, nella quale possono sentirsi al sicuro, perché la loro prima paura è di essere trovate dai loro sfruttatori. L’obiettivo generale dell’Accoglienza è l’accompagnamento delle ragazze nella ristrutturazione della propria identità sociale in un cammino che tende all’autonomia. Il Pronto Intervento è un vero e proprio “filtro” con il compito di recepire una domanda d’aiuto, costruire l’ipotesi di un percorso possibile, verificare e rafforzare le motivazioni, preparare l’ingresso nella casa.