Servizio idrico? Trespidi (Udc): «I sindaci prescindano da interessi di bottega e scelgano a vantaggio dei consumatori»
Il 14 settembre i sindaci del cremonese sono chiamati a scegliere quale sarà la futura gestione del servizio idrico provinciale. Nella riunione convocata qualche giorno fa dall’Ato (Ambito Territoriale Ottimale)su richiesta di ventotto primi cittadini del territorio, l’Ufficio d’Ambito Provinciale ha presentato i due modelli proposti per il servizio idrico cremonese: quello pubblico e quello affidato a società miste con partecipazione di privati. Il Comune di Cremona chiede di posticipare di un anno la votazione e l’Ato si riserva di discutere dalla cosa nella riunione del consiglio di amministrazione di martedì. Intanto, la questione servizio idrico continua a tenere banco. Ecco l’intervento di Trespidi, coordinatore provinciale Udc.
«Dopo l’assemblea dei Sindaci di giovedì scorso, nella quale i consulenti incaricati dall’Ufficio d’ambito provinciale (l’azienda speciale costituita dalla Provincia a seguito della legge regionale in sostituzione del soppresso Ambito Territoriale Ottimale) hanno illustrato le varie scelte di gestione conseguenti all’esito referendario, inizia il percorso che porterà il CdA dell’Ufficio d’ambito a proporre ai Sindaci un modello di gestione in linea con i risultati del referendum del giugno scorso e con le normative europee al riguardo. – dichiara il Coordinatore provinciale dell’UDC Giuseppe Trespidi – Al fine di aiutare i Sindaci e i Consiglieri provinciali nella scelta della forma di gestione più efficiente ed economica, una scelta che sia la migliore e più favorevole per i Cittadini consumatori del nostro territorio, la Commissione Affari Istituzionali della Provincia di concerto con quella di Garanzia inizierà ad approfondire due modelli di gestione “in house” esistenti in Regione Lombardia. Mercoledì 7 settembre alle 17 nella sala del Consiglio provinciale la Società pubblica Acque Lodigiane – composta da tutti i Comuni e dalla Provincia di Lodi – e Uniacque Bergamo – composta da più del 60% dei Comuni e dalla Provincia di Bergamo. Lo scopo – prosegue Trespidi – è quello di conoscere direttamente da chi è in atto un modello di gestione che rientra nelle modalità previste dalle normative europee e confermate anche nella manovra economica di Ferragosto. Ma è proprio vero che le scelte orientate a favore dei consumatori sono solo quelle che prevedono società di gestione con imprenditori privati? – conclude Trespidi – È proprio vero che qualità, basse tariffe, efficienza, modernità, trasparenza e chiarezza sono di casa solo nel modello privato? Dai confronti che avremo sarà importante che si colgano pregi e difetti di ciascun modello. E da qui partire affinché la scelta che sarà fatta sia in funzione dei cittadini e dei consumatori e non delle società private o pubbliche che siano. Le società non sono il fine ma sono solo degli strumenti, dei mezzi che ci devono servire per dare servizi primari, come in questo caso quello del ciclo idrico integrato, nel modo migliore possibile. La scelta che faremo dovrà essere all’altezza delle aspettative di un territorio che ha sempre più bisogno di chiarezza, di trasparenza, di efficienza e di modernità. Sta alla politica e agli amministratori pubblici non deluderlo facendo scelte funzionali ai consumatori prescindendo dagli interessi di bottega».