Cronaca

Acqua, Cremona cerca il compromesso: per ora società pubblica, ma senza precludere il futuro ingresso al privato

Comune di Cremona sulla linea del compromesso. Nell’assemblea dei sindaci di questa sera – dalle 19 in sala Zelioli Lanzini, Cremona Fiere – il comune capoluogo potrebbe mettere in campo una proposta alternativa per la gestione del servizio idrico. Sul tavolo, come noto, la proposta della Provincia per la costituzione di una società mista pubblico-privato. Contro questa ipotesi si è schierato il Comune di Crema, favorevole al mantenimento della gestione pubblica, così come altri comuni del cremasco. Per la società pubblica anche Casalmaggiore e alcuni comuni del casalasco.
Cremona è la grande incognita. E considerato che ai fini del voto conta il peso in termini di abitanti dei singoli comuni, il capoluogo, con un peso di circa il 30%, potrebbe fare da ago della bilancia.
Da Palazzo Comunale è trapelata in mattinata l’indiscrezione di una possibile proposta alternativa in vista dell’incontro di questa sera. Cremona – che alla riunione dovrebbe essere rappresentata dall’assessore Francesco Bordi – potrebbe appunto mettere sul piatto il compromesso: costituire una società unica formata da tutte le società pubbliche che attualmente gestiscono il servizio idrico sul territorio (le “sette sorelle”) con l’obiettivo di approfondire i possibili scenari futuri. In questo modo, si argomenta, non si precluderebbe alcuna scelta: più avanti, alla luce del chiarimento del quadro normativo, si potrebbe infatti aprire all’ingresso del privato.
Non è detto però che la soluzione ‘mediana’ ipotizzata a Palazzo Comunale venga accolta, così come non si esclude un nuovo rinvio della conferenza dei sindaci, in linea con quanto fatto lo scorso 22 novembre proprio per le divisioni sul fronte politico e territoriale.

ALLE 18,30 IL PRESIDIO – Il clima resta comunque caldo in vista dell’assemblea di questa sera. Comitati, cittadini e associazioni sono pronti alla mobilitazione. Alle 18.30 a Ca’ de’ Somenzi inizierà il presidio organizzato dal Comitato Provinciale Acqua Pubblica, al quale ha aderito l’Arci.
“La Legge Regionale – comunica l’associazione – prevede che se i sindaci non esprimeranno entro il 16 Dicembre un parere, che sarebbe vincolante, il Piano d’Ambito si riterrà approvato in base al principio del silenzio-assenso e con esso la privatizzazione del nostro servizio idrico. L’ARCI Cremona insieme al Comitato Provinciale Acqua Pubblica chiede ai Sindaci di bocciare il Piano d’Ambito e di aprire una nuova fase democratica e partecipata verso la gestione pubblica del servizio idrico nel rispetto dell’esito referendario”.

 

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