Cronaca

Blocchi dei tir, disagi e polemiche La mappa delle proteste sulle strade

In tutta Italia blocchi sulle reti autostradali. Più di 2mila i tir fermi dalle prime ore di questa mattina per la protesta di numerosi autotrasportatori contro il rincaro del gasolio, dei ticket autostradali e dell’Irpef. Disagi che verranno replicati per cinque giorni, fino al 27 gennaio, e che stanno rendendo difficile la vita a chi si è messo al volante della propria automobile. La Cna-Fita di Cremona si dissocia e invita a non aderire: “Proclamazioni di fermo inconsistenti che mirano unicamente a strumentalizzare una disperazione latente per altri scopi E attenti a frange estreme”.
Intanto la situazione nazionale è da mani nei capelli. Ecco la mappa delle proteste. A causa delle manifestazioni degli autotrasportatori, sulla A14 Bologna Bari Taranto sono chiuse per i veicoli merci le entrate di Poggio Imperiale, San Severo, Foggia e Andria. Possibili disagi anche all’altezza dell’Aera di Servizio Le Saline, situata nel tratto Foggia-Cerignola est, nelle due direzioni, per la presenza di manifestanti all’interno della stessa. Sulla A7 Genova-Milano si possono verificare disagi alla circolazione a Serravalle Scrivia e Vignole Borbera mentre è chiusa l’entrata di Tortona. A causa delle dimostrazioni degli autotrasportatori, incolonnamenti anche in Lombardia sulla A4 in uscita a Bergamo, Seriate e Capriate, mentre a Seriate gli incolonnamenti sono in entrata.
Sulla A1 Milano-Napoli, disagi alla barriera di Napoli nord, sono segnalati incolonnamenti in entrata verso Roma ed in uscita per chi è diretto a Napoli. Sulla A16 Napoli -Canosa si sono formate code alla barriera di Napoli est sia in entrata verso Canosa sia in uscita per chi è diretto verso Napoli. Sulla A30 Caserta-Salerno 3 km di coda in uscita alla barriera di Salerno e incolonnamenti alla stessa barriera in entrata verso Caserta. Sulla A3, la Napoli Pompei Salerno è stato necessario chiudere il tratto compreso tra Napoli Centro ed il bivio con la A1 sia verso Salerno sia in direzione di Napoli, sempre sulla A3 si sono formate code verso Napoli tra il bivio con la A1 e San Giovanni per chi è diretto verso Napoli. Al momento nessuna segnalazione relativa alla provincia di Cremona.

Ma ad incrociare nei prossimi giorni lavoratori di categorie diverse. Un fronte eterogeneo sul territorio nazionale contro le liberalizzazioni. Per l’inizio della settimana giornata ufficiale di sciopero dei tassisti. Sciopero di 24 ore, dalle 21 del 26 gennaio, nel settore delle ferrovie. Lo ha proclamato l’Orsa, contro la cancellazione dell’obbligo di applicazione del contratto nazionale di settore nel comparto trasporto ferroviario. Possibili serrande abbassate per alcuni punti vendita, come annunciato da Federfarma, se il Parlamento non modificherà il decreto: dalla Federazione ok solo a nuove aperture pari al 10% delle farmacie già esistenti. Sette i giorni di sciopero degli avvocati nelle prossime settimane, i primi il 23 e il 24 di febbraio. E incombono 10 giorni di agitazione dei benzinai (date da definire).

AGGIORNAMENTO – Si registrano già i primi danni alle imprese agricole a causa della protesta degli autotrasportatori che sta coinvolgendo da questa mattina il tratto fra Bergamo e Milano della A4.

“Stiamo monitorando la situazione – spiega la Coldiretti Lombardia – e un’azienda che produce insalata di quarta gamma (quella in busta pronta da mangiare, ndr) ci ha già segnalato solo per oggi un danno di 120 mila euro perché ha i camion bloccati che non riescono a entrare in autostrada per andare a consegnare la merce”. Fra Bergamo e Brescia, prosegue Coldiretti Lombardia, c’è uno dei più importanti distretti orticoli e agricoli della regione e un blocco prolungato potrebbe creare danni economici seri all’interno comparto oltre che disagi ai cittadini. Con l’86 per cento dei trasporti commerciali che in Italia avviene su strada, evidenzia la Coldiretti, lo sciopero dei Tir mette a rischio la spesa degli italiani soprattutto per i prodotti più deperibili come il latte, la frutta e la verdura che non riescono a raggiungere gli scaffali dei mercati.

“L’agroalimentare – precisa la Coldiretti – è il settore più sensibile perché ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura”.

 

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