Cronaca

Mangia funghi e sta male: donna intossicata, ristoratore assolto

L'avvocato Zontini

La sera del 29 ottobre del 2005, dopo aver mangiato funghi in un ristorante cremonese, una 62enne di Azzano Mella, in provincia di Brescia, residente a Cremona, era stata ricoverata in ospedale per sospetta intossicazione da funghi. La donna aveva sporto denuncia contro il titolare del ristorante, assistito dall’avvocato Alessandro Zontini, a processo per lesioni personali colpose. Per lui, però, nessuna responsabilità: il giudice di pace, infatti, lo ha assolto. Nulla da fare per la parte civile, rappresentata dai familiari della 62enne, deceduta anni dopo per altra causa. In aula era stato sentito il parere del micologo, al quale era stata consegnata una parte del preparato a base di cinque tipologie di funghi servito nel locale. L’esperto non aveva trovato agenti patogeni di micosi o di altre patologie. Tuttavia la diagnosi dei medici dell’ospedale di Cremona, che avevano praticato alla paziente una lavanda gastrica, parla di “gastrite acuta da sospetta intossicazione da funghi”, con prognosi di venti giorni. Quella sera la 62enne, il marito e una coppia di amici si erano recati presso il locale per cenare. Per secondo lei aveva ordinato un piatto di scaloppine con i funghi. Dopo circa mezz’ora aveva cominciato ad accusare forti dolori addominali e intestinali. In sede di denuncia la donna aveva dichiarato: “al pronto soccorso dell’ospedale mi hanno fatto tutte le cure e i trattamenti antiveleno, in particolare sono stata sottoposta ad una lavanda gastrica con carbone attivo. E’ seguito il mio ricovero in Medicina Prima, dove sono rimasta fino al pomeriggio del primo novembre, quando sono stata dimessa con la diagnosi di gastrite acuta da sospetta intossicazione da funghi”. L’8 novembre successivo la signora era stata contattata da uno dei responsabili del centro micologico dell’Asl, chiamato dai medici del pronto soccorso affinché svolgesse accertamenti sull’accaduto. L’esperto aveva effettuato un sopralluogo presso il ristorante, da dove aveva prelevato un piatto di funghi porcini surgelato. Un avanzo, come sostenuto dal titolare del locale, di quanto consumato la sera del 29 ottobre. Ma la donna aveva dichiarato di aver mangiato chiodini, e non porcini. Nella denuncia querela si legge che il responsabile dell’Asl aveva raccomandato al pronto soccorso di conservare tutti i liquidi della lavanda gastrica, per poter così disporre le necessarie analisi. Ma il giorno successivo era stato informato del fatto che per sbaglio qualcuno aveva gettato tutto il materiale organico dal reparto.

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