Cronaca

Provincia, tribunale e posti in ospedale: tutti tagli

Spending review, cosa succede a Cremona? Quel che è certo è che Crema perderà il Tribunale. Se i criteri resteranno quelli indicati, niente da fare neppure per l’Amministrazione Provinciale. Ma gli effetti potranno essere dirompenti anche in altri settori come la sanità o i trasporti.

TRIBUNALE – Crema verrà accorpato con Cremona. Il presidente del Tribunale di Cremona Carlo Maria Grillo ha già fatto sapere che nel capoluogo non ci sono gli spazi per accogliere cinquanta persone tra magistrati e personale civile. Toccherà al Comune di Cremona trovare gli spazi adeguati, cosa non facile visto che in zona non esistono spazi pubblici liberi se si escludono gli uffici finanziari che l’Amministrazione provinciale intende alienare. Sembra piuttosto velleitario il tentativo di accorpare il tribunale di Crema con quello di Treviglio – per ragioni di vicinanza territoriale non in chiave anticremonese, tengono a sottolineare i proponenti – caldeggiato dall’Amministrazione comunale cremasca, dall’assessore regionale Gianni Rossoni e dall’assessore provinciale Orini. Per oggi sono attese anche le prese di posizione dell’Ordine degli avvocati di Cremona. In Lombardia chiudono anche i tribunali di Voghera e Vigevano.

PROVINCIA – Solo a fine mese conosceremo i criteri definitivi che porteranno alla riduzione del numero delle province. Se resteranno quelli indicati dal commissario Bondi, in Lombardia resterebbe solo la provincia di Brescia e quella di Milano (salvata con dwecreto ad hoc). Brescia possiede infatti tutti i requisiti di legge per superare la spending review. Infatti le province, per rimanere attive, dovranno rispondere a due criteri: l’estensione di almeno 3mila chilometri quadrati e una popolazione di almeno 350 mila abitanti. Cremona risponde solo al secondo criterio, seppur di poco. Se l’applicazione sarà rigida spariranno in Lombardia: Bergamo, Lecco, Lodi, Como, Monza, Mantova, Cremona, Pavia, Sondrio e Varese. In Emilia sparerebbero tutte le provincie ad eccezione di Parma e di Bologna. Se i criteri saranno invece meno rigidi, per il rotto della cuffia si salverebbe Cremona e verrebbe accorpata territorialmente con Lodi, realtà con la quale – se si esclude l’alto cremasco – in realtà ci sono ben poche affinità. Aspettiamo dunque la fine di luglio per sapere cosa sarà dei distretti amministrativi provinciali.

SANITA‘ – La Lombardia sarà costretta ad un taglio di 4mila posti letto. Il 60% dei tagli avverrà nelle cliniche private (perderanno 1800-2400 letti). Ripercussioni ovviamente anche su Cremona che ha tre ospedali pubblici sul suo territorio (Cremona, Crema, Casalmaggiore-Viadana) e tre case di cura convenzionate nel solo capoluogo. Non è esclusa una riduzione anche dei posti letto per riabilitazione e lungodegenza (Cremona Solidale, coinvolta?). Sforbiciata anche sui budget delle case di cura convenzionate con il servizio pubblico: l’1% quest’anno, il 2% l’anno prossimo. Il privato ha in Lombardia un fatturato di 2 miliardi e 700 milioni, rischia di perdere da subito 27 milioni. Meno primari e meno dirigenti medici. Alcuni reparti rischiano la chiusura.

TRENI – La Regione ha già aumentato il biglietto del 20% e – secondo le parole di Formigoni – dovrebbe essere costretta ad aumentare di nuovo esponenzialmente il costo del ticket. Cosa improponibile vista anche la qualità del servizio fornito. Trenord starebbe invece pensando a ridurre alcune corse nelle ore di “morbida” ( dalle 9 alle 17 e dalle 21 a fine servizio) anche sulla Mantova-Cremona-Milano o a togliere del tutto alcune linee  come la Cremona-Brescia (linea già bistrattata) o corse sulla Milano-Treviglio.

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