Cronaca

Galleria XXV Aprile sempre più vuota: in arrivo altre chiusure Commercianti e residenti a confronto sulle cause del declino

Galleria XXV aprile una risorsa o un problema? Non c’è pace per l’ex salotto buono della città, e a fare un rapido giro tra le vetrine spente ci si imbatte in tante opinioni diverse sui motivi del declino. Giovedì mattina, giornata uggiosa, di quelle che dovrebbero indurre i passanti a transitare al coperto anzichè con l’ombrello aperto. Invece passano in pochissimi: qualche pensionato, qualche raro studente, quasi nessuno che abbia l’aspetto dell’uomo d’affari di passaggio. Verso le 11 però il “Caffè della Galleria” comincia riempirsi. Per l’ultimo caffé o i primi aperitivi. Molti di quelli che vi si ritrovano sono proprio i commercianti della zona ed è qui che si incrociano le diverse opinioni su passato, presente e futuro di questo vecchio monumento che nel bene o nel male fa sempre parlare di sè. C’è chi di declino proprio non vuole sentire parlare. “Smettiamola di dirne male, la galleria è la prosecuzione del corso. I problemi che si incontrano in altre vie del centro ci sono anche qui, è ovvio”, afferma Giuseppe Dassi, forse il più anziano tra tutti i commercianti. Da 18 anni più o meno, prima in affitto, poi come proprietario dei muri quando la Consip mise in vendita l’immobile. “Quello che ha ammazzato il centro storico è stata la ztl, Cremona ha una conformazione particolare, diversa da altre città paragonabili per dimensioni. Non ci si scappa, la mancanza di passaggio dipende dalle difficoltà di accesso al centro”. E i negozi che se ne vanno, ultimo Don Chisciotte e presto, con tutta probabilità, anche “Dolci Cose”? “Non diamo la colpa agli affitti – dice il commerciante. In questo contesto, con tanti occhi di vetrina, con determinate metrature, i negozi hanno determinati prezzi. Ma lo sapete quanto costa in tasse? La prima cosa che dovrebbero fare (in Comune, sottinteso, ndr) è abolire o diminuire l’Imu sui negozi. Allora anche i proprietari potrebbero forse abbassare i canoni. Ma non prendiamoci in giro, in tante altre città per negozi in centro storico si paga molto di più, per non parlare dei centri commerciali dove altro che 4000 euro al mese, si paga anche il doppio”.

Il negozio 'Dolci cose'

Di certo, l’aspetto estetico del monumento potrebbe essere migliorato. L’illuminazione non piace quasi a nessuno qui sotto, nuovi fari inclusi. Tra l’altro – dicono i commercianti – l’Aem dovrebbe regolare l’accensione in base alle effettive condizioni di luce: in una mattinata buia come oggi ad esempio, dovrebbero essere accesi mentre di notte ai commercianti interessano poco (ma ai residenti ovviamente molto).

Non è ancora pieno il Caffè della Galleria, la titolare Anna Nicoletto ha tempo di parlare: “Credo che il problema generale del centro di Cremona sia i parcheggi troppo cari, non giustificati. Una giornata intera di sosta a Brescia, nel parcheggio della stazione, costa circa 10 euro; qui un’ora 1,70. Capisco se fossimo in un aeroporto”. I Nicoletto sono stati promotori di molti eventi che hanno rivitalizzato il passaggio coperto: la sfilata di moda (“fatta solo un anno, poi è stata preferita piazza Stradivari”); i tornei di giochi e in particolare quello nazionale di Subbuteo; lo start up per iniziative fortunate come il tango e il Vintage. Ma alla fine le crescenti difficoltà organizzative, gli inevitabili contrasti con chi magari non vedeva di buon occhio un eccesso di via vai, e insomma un certo isolamento, hanno fatto scemare l’entusiasmo. “La Galleria dovrebbe essere vissuta e trattata come un bene comune”, afferma Simone Nicoletto, “quale è a tutti gli effetti. Un monumento unico di cui tutti, residenti e commercianti dovrebbero aver cura”. Loro ci hanno provato, senza però vedere molti frutti; non recriminano sull’affitto o sul lavoro che non c’è, anzi. Ma di organizzare manifestazione non ne hanno più molta voglia. “Uno spazio coperto come questo dovrebbe essere sede di più eventi, come i mercatini tematici o la festa del Torrone. Invece sembra che esista solo piazza Stradivari”.

Mariuccia Crevani, titolare del Bim Bum Bam di via Guarneri del Gesù, insiste su una vecchia tesi cara all’Ascom, la necessità di bus navetta tra centro città e parcheggi più periferici. “Ricordo un unico periodo in cui corso Garibaldi è stato fiorente dal punto di vista commerciale, quando ci passavano gli autobus da e per la stazione”. Corso Campi e la Galleria erano sulla stessa direttrice. “Gli esercizi pubblici – afferma – devono scontrarsi sempre con le lamentele dei residenti o di chi comunque ha esigenze diverse rispetto a intrattenimento e tempo libero. Occorre trovare il modo di far convivere le esigenze”.

Galleria e residenti, appunto. Ci sono anche loro, nella mattinata al Caffè. “Le spese di gestione sono molto alte”, ci dice una signora, “raddoppiate nel giro di un anno. Lo stabile ha continuo bisogno di manutenzione, la copertura in blocchi di vetrocemento poi ripresenta sempre gli stessi problemi di infiltrazioni. Fai fare le riparazioni, le paghi profumatamente e poi il problema torna subito dopo”. C’è chi ammette di essersi pentito di avere acquistato qui l’appartamento: il prestigio di uno stabile storico non sempre è sufficiente a far digerire gli alitissimi costi di gestione. Poi c’è il problema della pulizia: spazio privato, ma di pubblico passaggio, quindi è il Comune a pagare le pulizie, ma a quanto pare ciò avviene solo una volta la settimana, insufficiente.

E la convenzione tra condominio  e Comune? “E’ un falso problema – ci dice un altro residente – E’ vero, sono quindici anni che deve essere riscritta, ma non è questo il problema. La convenzione regola la servitù di passaggio, in realtà il Comune non ha nessun obbligo oltre a quelli derivanti da questa servitù. La pulizia poi è molto migliorata (ma la rete anti-piccioni l’hanno pagata i condomini, non il Comune, ndr).  Il vero problema dello svuotamento degli spazi commerciali è legato al caro affitti. Lo dimostra il fatto che i negozi che se ne vanno via, riaprono da altre parti”.

g.b.

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