Cronaca

Carcere, sciopero della fame anche per i radicali cremonesi

foto Sessa

Anche i radicali cremonesi aderisco allo sciopero della fame iniziato da Marco Pannella dalla mezzanotte del 20 marzo “per incoraggiare e rafforzare lo Stato a rispettare la sua propria legalità, gli impegni presi, la parola data. Una forma di dialogo per trasmettere – attraverso il proprio indebolimento fisico – energia e forza alle istituzioni affinché facciano ciò che devono per rispettare le leggi, i propri annunci, le proprie dichiarazioni”.
Entro dieci mesi, infatti, l’Italia deve aver rimosso le cause strutturali che determinano “i trattamenti disumani e degradanti negli istituti penitenziari”, così come ha richiesto l’8 gennaio scorso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. “Chi individua come Marco Pannella e i radicali nell’amnistia l’unica riforma immediatamente disponibile per rimuovere quelle cause e per determinare le condizioni per la riforma della giustizia oggi annientata da milioni di procedimenti penali e cause civili pendenti, cerca di parlare con il metodo della nonviolenza a chi magari pur volendolo non è riuscito finora a creare le condizioni per il rientro rapido nella legalità costituzionale italiana ed europea”, scrivono Sergio Ravelli, Fabio Favalli, Sergio Armaroli.
L’iniziativa punta a coinvolgere tutto il mondo penitenziario, dai detenuti e i loro familiari, a chi dentro il carcere ci lavora o fa volontariato. 5 giorni di nonviolenza e di digiuno per arrivare al cuore dello Stato. 5 giorni che iniziati dalla mezzanotte di domenica 24 marzo e si concluderanno alla mezzanotte di venerdì 29 marzo.

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