Cronaca

Zucchi Falcina ai privati, sindacati: 'Tagliato fuori il welfare cremonese'

Come ampiamente previsto, la Fondazione Zucchi Falcina ha messo sul mercato la propria struttura con un bando scaduto il 17 aprile. Dieci giorni di tempo e poi il Cda sceglierà il futuro gestore della residenza sanitario assistenziale di Soresina, primo esempio, nel vasto panorama delle fondazioni sorte dalle ex Ipab provinciali, delle difficoltà a far quadrare i conti. Molto preoccupati i sindacati della Funzione Pubblica di Cgil, Cisl e Uil, unitamente alle segreterie confederali e ai rispettivi sindacati pensionati, che in un comunicato congiunto accusano l’Asl di non aver voluto esercitare il proprio potere d’intervento in quello che considerano un vero e proprio smantellamento del  patrimonio della comunità soresinese e dichiarano che il bando è stato fatto apposta per avvantaggiare acquirenti extra territoriali.

‘Come mai – scrivono –  veniamo a sapere che fra i criteri principali per la partecipazione si chiede la proprietà di 400 posti letto, condizione che escluderebbe tutte le imprese del territorio sia Cooperative sia Fondazioni? I tempi ristretti, inoltre, non permettono di costruire le condizioni affinché imprese del territorio possano collaborare.

‘Come mai – continuano –   risulta che nel bando si parli di garantire i posti  di lavoro per tre anni? E dopo? Come mai si decide di vendere la struttura quando si potevano prospettate soluzioni per evitarlo? Perché non si è preso in considerazione la proposta dal Presidente della Provincia, per esempio? Perché non si vuole dare a nessuno del territorio la possibilità di partecipare al bando?’. Indiscrezioni parlano di aziende  del milanese interessate all’acquisto dei posti letto dello Zucchi Falcina.

‘Abbiamo la percezione – si legge ancora nel comunicato –  che si stia cercando di portare nel territorio competitori esterni. Se queste ipotesi fossero confermate rappresenterebbero un fattore di grande preoccupazione per la tenuta del sistema cremonese. Anche l’Asl non dà risposte e sembra aver abbandonato al suo destino lo Zucchi Falcina, non esercitando il proprio potere d’intervento’. da lunedì scatterà  lo stato di agitazione tra il personale della struttura, il che aprirà la strada ad un nuovo tavolo in Prefettura (dopo quello di qualche mese fa) alla ricerca di una mediazione. Con poche speranze, tuttavia.  Già a gennaio infatti, il Prefetto aveva chiesto al Cda di fornire ai sindacati i dati richiesti circa la reale situazione dei conti, al fine di studiare insieme soluzioni di rientro. ‘Non ci è giunta nessuna risposta’, afferma Daniela Negri, funzionaria della Fp Cgil che ha seguito fin dall’inizio la vicenda. Nemmeno il presidente della Provincia, Massimiliano Salini, avrebbe ricevuto una risposta, né dal sindaco, né dalla presidente del Cda, alle sue richieste di chiarimenti, alle quali allegava anche una proposta possibilmente risolutiva.

‘Gli amministratori della Fondazione ed il Sindaco – dicono ancora i sindacati –  continuano a ritenere di non dover rendere conto a nessuno del loro operato nemmeno quando si tratta di vendere patrimoni che appartengono ai Soresinesi. Nemmeno il Presidente della Provincia è stato ritenuto un interlocutore credibile, dal momento che il Sindaco ed il CdA non hanno preso in considerazione le sue proposte’. Salini era stato sollecitato a prendere posizione da un’interrogazione firmata dai consiglieri Torchio, Biondi e Milesi. Duecentoventitrè i posti letto accreditati dalla Regione, la quasi totalità all’interno delle residenza sanitaria assistenziale. Posti (e soldi pubblici derivanti dal servizio sanitario regionale), che fanno gola a molti privati. Il territorio cremonese ha sempre vantato la più grande dotazione di strutture pubbliche, in regione, operanti nei servizi socio assistenziali. Questa dismissione rappresenta quindi un atto dirompente e di rottura con la tradizione locale.

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