Cronaca

Venerdì inaugura il Festival Monteverdi con il Vespro Beata Vergine

Il Festival Monteverdi 2013 inaugura, venerdi 3 maggio (ore 21 alla Chiesa di S. Marcellino in via Ponchielli), con il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi, che vedrà protagonista Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini. Il Festival di quest’anno concentra gli appuntamenti musicali nei quattro weekend di maggio, accostando nomi più o meno conosciuti, italiani e stranieri, dal ritorno di ensembles ormai “di casa” a Cremona all’approdo di formazioni che il festival ospita per la prima volta.

I biglietti sono in vendita alla biglietteria del Teatro, aperta tutti i giorni feriali dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 19.30 (tel 0372.022001/02) – info@teatroponchielli.it –www.teatroponchielli.it
biglietti: posto unico € 25,00.

Venerdì 3 maggio – Chiesa di S. Marcellino (via Ponchielli), ore 21
VESPRO DELLA BEATA VERGINE
di Claudio Monteverdi

Concerto italiano

Anna Simboli, Monica Piccinini, soprani
Andrea Arrivabene, alto
Gianluca Ferrarini, Raffaele Giordani, Luca Dordolo, tenori
Marco Scavazza, Furio Zanasi, baritoni
Salvo Vitale, Matteo Bellotto, bassi

Mauro Lopes Ferreira, Nicholas Robinson, violini
Ludovico Minasi, violoncello
Francisco Montero, violone
Doron Sherwin, Josue Melendez, Andrea Inghisciano, cornetti
Mauro Morini, David Yacus, Ermes Giussani, tromboni
Ugo Di Giovanni, Craig Marchitelli, tiorbe
Francesco Moi, organo

direttore e maestro concertatore
Rinaldo Alessandrini

Concerto d’inaugurazione

L’inaugurazione del Festival non poteva prescindere da Claudio Monteverdi e da uno dei capolavori della storia della musica, ovvero il Vespro della Beata Vergine, pubblicato a Venezia nel 1610, quando il compositore era ancora alla corte dei Gonzaga. Affidato all’ormai storico ensemble specialista monteverdiano – il Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini – , la prima composizione sacra di Monteverdi, ancora al crocevia tra prima e seconda ‘pratica’, unisce il valore intimistico della preghiera alla poliedricità delle forme compositive adottate, in una scrittura unitaria profonda.

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