Accorpamento tribunali, il presidente Massa: "Cercasi spazi"
Si torna a parlare del problema dell’accorpamento del tribunale di Crema a quello di Cremona. E’ arrivato il no del consiglio giudiziario alla richiesta di proroga, così come previsto dalla legge, inoltrata dal presidente ad interim del tribunale di Cremona Pio Massa, secondo il quale non ci sono spazi sufficienti per accorpare subito i due tribunali.
Quello del consiglio giudiziario è un parere comunque non vincolante. Lo ha ribadito lo stesso Massa, che ha tenuto a precisare: “si tratta di un parere richiesto insieme a tanti altri, come il Consiglio dell’Ordine, i sindaci dei comuni interessati, i tribunali, finalizzato a poter attivare o meno la possibilità di prolungare fino a cinque anni l’utilizzo del tribunale da sopprimere in presenza di specifiche ragioni funzionali”.
In tutto questo tempo il presidente Massa ha acquisito pareri e contatti con gli enti locali per cercare soluzioni affinchè “la fusione venga fatta nel modo più tranquillizzante”. “Non si tratta”, ha chiarito “di aspettare cinque anni sperando che la legge cambi, ma di garantire al meglio l’efficienza della giustizia proprio con l’accorpamento. Oggi, però, tutto questo è impossibile per problemi di spazio e di logistica”.
Il presidente Massa ha poi spiegato di aver mantenuto contatti con gli enti territoriali e con il demanio per cercare ulteriori spazi. “Ma per settembre”, ha detto, “non saremo in grado di averli”.
“Abbiamo un tribunale bello, ristrutturato, calibrato”, ha continuato il presidente, “ma solo per le dimensioni di Cremona, non pensato per le oltre 50 persone che tra procura e tribunale arriveranno da Crema.
Quella di Massa è un’analisi “realistica” della situazione attuale e una “valutazione prudenziale”. “Se tutto resta così non ci stiamo, in questo modo ci si prepara ad offrire un disservizio”. “Dove mettiamo il personale, i magistrati e la mole di fascicoli che arriveranno da Crema?”, si è chiesto il presidente.
Lo scorso aprile a Cremona c’era stata la visita della presidente della corte d’appello Graziana Campanato. “Anche la stessa presidente”, ha ricordato Massa, “ha puntato molto sui contatti con il Comune per avere spazi dove spostare giudice di pace e uffici giudiziari”.
E poi c’è il problema, “non secondario”, dei costi. “La legge non ha previsto il piano dei fondi pubblici a favore dell’ente territoriale che gestisce il tribunale che accorpa. “In questo caso”, ha aggiunto il presidente Massa, “sarebbe utile valorizzare gli uffici dell’ex carcere di via Jacini, palazzo di proprietà demaniale. E’ in corso un progetto per farlo passare da demanio statale a comunale: in questo modo si potrebbero risparmiare i 100.000 euro di affitto che il Comune paga, denaro che in questo modo potrebbe essere utilizzato per le esigenze di ampliamento”.
“Sono in corso contatti”, ha spiegato Massa, anche con il demanio per vedere quali potrebbero essere gli immobili da destinare agli uffici del giudice di pace e a quelli giudiziari”.
“In totale”, ha detto il presidente del tribunale, “occorrerebbero 700/800 metri quadrati di spazi per poter lavorare in modo adeguato”.
Il tribunale di Crema (3/4000 metri quadrati di uffici) è in linea con quello di Cremona. “Chi ha operato sul posto ed ha valutato le disponibilità degli spazi di Cremona e Crema è arrivato alle mie stesse conclusioni, e parlo del presidente del tribunale di Crema e del procuratore di Cremona”.
Massa ha ribadito ancora una volta: “non ci servono cinque anni di proroga per non far niente, ma per fare un lavoro ordinato. Se no ci saranno moltissimi problemi e la situazione sarà ingestibile. Oggi le cancellerie sono stracolme di fascicoli. Abbiamo uffici che ospitano 11/12 giudici e che invece, con l’accorpamento, dovranno ospitarne 20”.
Ora, dopo il no alla proroga da parte del consiglio giudiziario, la decisione passa alle competenti sedi ministeriali.
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