Lettere

Province, qualsiasi progetto alzi qualità dei servizi

da Vincenzo Tarallo (Cisl)

Per l’ennesima volta il Governo interviene su un tema delicato come quello di eliminare le Province.

Il Presidente del Consiglio Enrico Letta, attraverso un disegno di legge costituzionale, ci fa rivivere le situazioni vissute un anno fa.

Basta con la logica ottusa dei tagli lineari e di riforme senza un disegno organico. La necessità di riportare sotto una soglia di controllo strutturale la spesa pubblica convince tutti. È giusto che ogni istituzione faccia i conti con la riduzione degli sprechi e dei costi impropri. Ma quando si tratta di incidere in termini strutturali sulle organizzazioni pubbliche, quando il processo riorganizzativo coinvolge funzioni e servizi pubblici, quando vengono in rilievo migliaia di lavoratori pubblici e i loro patrimoni professionali, allora non si può prescindere dal confronto, non si può agire con un cieco piglio ragionieristico alla spasmodica ricerca di risparmi. Non vogliamo assistere allo smantellamento di un livello istituzionale. E’ necessaria una riforma condivisa che veda protagonisti le Regioni, gli Enti Locali ed il sindacato. Uno dei principali argomenti avanzati per sostenere la necessità di intervenire su questo livello istituzionale, è stato quello della scarsa consistenza quantitativa e qualitativa dei compiti assolti. E pure, gli sviluppi dell’ordinamento giuridico in termini di funzioni rimesse all’ente Provincia, sono andati in direzione opposta rispetto a questo assunto. A partire dagli anni Novanta la Provincia ha visto progressivamente irrobustirsi il proprio corredo di compiti, sia di amministrazione puntuale sia di programmazione e coordinamento nei riguardi dei comuni, fino a ricoprire, di fatto, un ruolo non secondario nel concreto assetto istituzionale del governo locale consolidatosi negli anni più recenti.

Oggi, la Provincia – oggetto di protezione costituzionale sotto vari profili – può essere considerata come l’espressione istituzionale di una comunità legata ad un territorio di area vasta, atta a rappresentare uno snodo strategico rispetto agli altri livelli di governo.

Quindi in virtù di quanto detto ci domandiamo a chi andranno a questo punto le funzioni e le competenze delle Province? Se queste funzioni dovessero essere trasferite ai Comuni, questi saranno capaci di gestirle? Noi crediamo che servizi come l’edilizia scolastica, manutenzione stradale, formazione professionale, centri per l’impiego, ambiente, viabilità e trasporti debbano essere mantenuti per il bene della collettività e della nazione. Qualsiasi progetto di riorganizzazione che verrà attuato dovrà essere capace di innalzare la qualità del servizio al cittadino, riqualificando la spesa e valorizzando il capitale umano.

Per la CISL FP
dr. Vincenzo Tarallo

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