Cronaca

"Qualcuno del Pdl mi ha chiesto di non partecipare al Consiglio" Biondi apre un "giallo" in Provincia

Da sinistra, Giovanni Biondi, Indipendente; il consiglio provinciale di venerdì 26 luglio; il capogruppo del Pd Andrea Virgilio

Partiti tradizionali spaccati, il modello Pd e Pdl è in crisi e lo dimostra tanto il dibattito nazionale quanto quello locale. All’indomani del consiglio provinciale semivuoto, dove mancavano, complice anche la data, sei consiglieri su 16 tra Pdl e Lega Nord, è Alessandro Carpani (ex segretario cittadino e vice provinciale) il primo, di buon mattino, a commentare sulla propria pagina su facebook: “Figuraccia della maggioranza in Consiglio Provinciale. La Lega chiede la verifica di maggioranza in tempi brevi…Già un mese fa dicevo che i problemi di un partito non possono bloccare le istituzioni, ed oggi eccoci al dunque!”

In realtà, tutta questa fretta di chiarire la situazione in casa centrodestra non sembra esserci, se , interpellato nel pomeriggio, il coordinatore provinciale Pdl Luca Rossi, afferma che una data per il confronto con la Lega non è ancora stata fissata. “E comunque ci rivedremo martedi”. Martedì 30 luglio  alle 18,30, seconda convocazione del Consiglio che dovrà approvare l’adeguamento del Piano territoriale di coordinamento al Piano regionale del territorio. Un tema che non è una formalità perchè  vi è contenuto anche il via libera alla cava di argilla nella Melotta, contro la quale si sono espressi cinque sindaci del cremasco – soncinese.

I problemi interni alla maggioranza in Provincia non nascono da ieri ma è stato nella seduta consigliare di venerdì che hanno assunto risvolti da giallo di mezza estate. Meravigliando tutti, nel suo intervento, il consigliere indipendente Giovanni Biondi ha parlato di evidente disagio della maggioranza, “tanto è vero che sono persino stato contattato da persone di correnti diverse e contrastanti del Pdl, che  mi hanno chiesto di non partecipare a questa seduta”. Naturalmente non viene svelato  il nome dell’occulto suggeritore, ma è ovvio pensare che si tratti di qualcuno degli assenti tra le fila del Pdl, una rosa che si restringe a tre nomi: Antonio Agazzi, Fabrio Bertusi, Ernesto Zaghen. Il quorum in effetti non c’è stato, in virtù dell’uscita in toto del gruppo Pd, contrario all’idea di svolgere un ruolo di supplenza come avvenuto in passato. Ancora Biondi: “Da circa un anno a questa parte io e Araldi (Alleanza per l’Italia), sosteniamo questa tesi, inascoltati sia da Pdl che da Pd: vista la fase di svuotamento del ruolo delle Province, visto che non ci saranno più elezioni,  cerchiamo qualche obiettivo istituzionale per concludere in bellezza, unendo le forze, di volta in volta, su argomenti su cui c’è condivisione”. Un ragionamento che poggia su alcune constatazioni: per Biondi, “questo Pdl è una palla al piede per Salini; le grosse divisioni nella maggioranza e i cambiamenti istituzionali impongono una fase di transizione. E poi c’è lo scenario nazionale, in cui Pdl e Lega sono al Governo. Le nomine sul territorio in questi anni sono avvenute senza grossi scossoni con le riconferme dei nomi del centro sinistra per Aem o per le Autostrade. Ed è importante evitare il rischio del commissariamento. Diverso sarebbe il discorso se fossimo a inizio mandato”.

Visione totalmente opposta a quella dal capogruppo Pd Andrea Virgilio (a inizio mandato questo ruolo era proprio di Biondi) : “Non mi sorprende l’atteggiamento di Biondi, si era astenuto sugli ultimi bilanci. La cosa improponibile  a livello locale è parlare di larghe intese. Qui c’è una maggioranza che governa, lasciamole la responsabilità di farlo. Ci sono grosse differenze tra le assenze nella maggioranza di ieri e quelle delle altre volte. Allora si è trattato in molti casi di superficialità, stavolta è stato per valutazioni politiche. Credo che la questione della Melotta c’entri molto. La maggioranza adesso è a un passaggio cruciale: riesce ancora a governare?”.

E mentre il coordinatore Pdl Rossi getta acqua sul fuoco (“La maggioranza resta Pdl e Lega Nord”), Biondi  chiarisce di non “avere in corso nessun tipo di trattativa su nulla col centrodestra, “io resto alternativo a Berlusconi e agli anti-Berlusconi, come sono sempre stato, pagando anche a caro prezzo il fatto di non avere una casa”. Il banco di prova sarà già martedì, per il voto sul Ptcp: “Non nascondo di pensarla molto diversamente da Alloni”, ossia è prevedibile un voto a favore, insieme a chi sarà presente di Pdl e Lega, mentre il Pd voterà no. Resta la piena convergenza di Biondi sul messaggio di Salini: farsi carico dell’istituzione Provincia nei pochi mesi che le restano.

Al dibattito a distanza prende parte anche Giuseppe Trespidi, capogruppo Udc, ieri assente giustificato: “Ennesima farsa, a  Cremona nel PdL si pensa che la resa dei conti non la si fa nel Partito ma nelle Istituzioni. Ma assenze pesanti venerdì le aveva pure la Lega e anche il Pd non ha avuto un atteggiamento rispettoso del mandato elettorale. Il Consiglio è l’insieme dei Consiglieri eletti e tutti hanno il dovere di far svolgere in modo regolare la funzione che ad esso è attribuita dalle leggi e dai regolamenti. Non mi risulta che il far mancare per scelta il numero legale è nel mandato degli elettori. L’Istituzione Consiglio provinciale non c’entra con le beghe dei partiti. I Cittadini cremonesi non si meritano una “politica” di tale “spessore”. Gli elettori non c’entrano e la mia non è una questione morale nei confronti delle altre forze politiche ma di rispetto verso chi ci ha votato. Si può essere in disaccordo su tutto ma quando ci si deve misurare nelle istituzioni deve prevalere  il buon senso, che deriva dalla consapevolezza di essere o di voler essere dei “Grandi Partiti” al servizio del bene dei Cittadini. Secondo me il Pd ha perso un’occasione che gli poteva consentire di manifestarsi agli elettori come forza di reale cambiamento”.

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