Senza acqua e gas, "mia cliente privata della dignità umana"


L'avvocato Ferrari
Dallo scorso 3 marzo è stata privata dell’acqua. Dal 29 novembre del 2011 le è stato tolto il teleriscaldamento. È l’incredibile storia di Maria, 57 anni, cremonese residente al quartiere Zaist. Per 30 anni ha lavorato come consulente finanziaria, ora è disoccupata e sta cercando disperatamente un lavoro per non perdere anche la casa. Maria si è rivolta all’avvocato Monia Ferrari, che ha preso a cuore il suo caso. I guai di Maria, separata, un figlio di 26 anni che vive da solo, sono iniziati, come ha raccontato il legale, quando la donna si è innamorata di un lodigiano. “Un uomo che l’ha truffata lasciandola sul lastrico”. “La sua vita è cambiata sia economicamente che in termini di salute”, ha spiegato l’avvocato. “Per la truffa, e anche per il reato di stalking, è già stata sporta querela. Lei era innamorata, e lui, con la scusa che il figlio era in difficoltà, è riuscito a prosciugarle il conto, rubandole anche un carnet di assegni”. “La mia cliente”, ha continuato il legale, “si è trovata a non avere più niente. E’ stata licenziata, le sono arrivate bollette da pagare, spese condominiali, l’ho vista dimagrire fino a 15 chili, per non parlare delle precarie condizioni igienico sanitarie della sua persona e della sua casa”. “Suo figlio”, ha detto l’avvocato Ferrari, “l’ha completamente abbandonata, neanche la madre l’ha aiutata e i servizi sociali non sono mai intervenuti”. “Maria”, ha spiegato il legale, “ha dovuto vendere ciò che le è rimasto per provvedere ai suoi beni primari. Ora stiamo cercando di fare di tutto affinché non le tolgano anche la casa. La mia cliente è stata privata della dignità umana”. L’avvocato Ferrari ha fatto presente la situazione di Maria attraverso una lettera scritta il 6 settembre scorso e indirizzata al sindaco Oreste Perri a cui si chiede un “fattivo intervento” per poter contribuire alla “risoluzione di un problema che questa cittadina cremonese sta affrontando da sola da più di sei mesi”. L’avvocato è anche contatto con il collega che rappresenta Aem e Linea più. “Nonostante Maria sia stata privata di acqua e teleriscaldamento, le arrivano comunque bollette da pagare”, ha sottolineato il legale. “Il suo debito iniziale era di 3.989,48 euro di acqua, teleriscaldamento ed energia”. Al sindaco Perri, l’avvocato Ferrari ha scritto che “la giurisprudenza ricorda che i contratti di somministrazione di servizi essenziali sono volti a soddisfare bisogni primari aventi fondamento costituzionale nella tutela dei diritti inviolabili di cui all’articolo 2 della Costituzione, tra questi il diritto alla somministrazione dell’acqua potabile. Pertanto non può ritenersi legittima la risoluzione unilaterale del contratto, e, dunque, la sospensione dell’erogazione dell’acqua: la morosità dell’utente non è ragione che possa giustificare la sospensione della fornitura di un bene primario come l’acqua. In altre parole, la sospensione della fornitura di tale servizio non può ritenersi rimedio proporzionato al mancato pagamento di qualche fattura recapitata all’utente”.
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