Cronaca

"Lanciare Tencara e Po navigabile" Gli industriali con Ministro Lupi e Maroni

“Per Tencara occorre che il volàno venga avviato“. Sono parole del presidente degli Industriali cremonesi Mario Caldonazzo, pronunciate nel discorso all’assemblea dell’associazione al teatro Ponchielli. Presente il presidente della Regione Roberto Maroni. Arrivo ad assemblea iniziata per il Ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi. Non è la prima volta che il presidente Caldonazzo rivolge questo appello alle istituzioni locali, regionali e nazionali per realizzare un vero e proprio Polo industriale in un’area di un milione di metri quadrati alle porte di Pizzighettone, che vanta posizione strategica e interconnessione acqua, ferrovia e gomma.

Prima di iniziare il discorso Caldonazzo ha voluto ricordare Steno Marcegaglia, scomparso un mese fa, un industriale esemplare – ha detto il presidente degli Industriali – una persona di grande valore, tenace e lungimirante, che ha contribuito alla crescita del nostro Paese creando delle straordinarie realtà produttive”.
Poi, un bilancio di fine mandato (la nomina di Caldonazzo scade ad ottobre).
Il ruolo di Presidente degli imprenditori – ha detto Caldonazzo – mi ha riempito di orgoglio ed è stata una grande opportunità per rappresentare una categoria che è parte integrante della storia di questo territorio. Non vi nascondo di essermi trovato in difficoltà, impotente difronte alle sollecitazioni di tanti imprenditori ed all’impossibilità di dare risposte al loro malessere generato dall’operare in un paese che, ogni giorno di più, sembra connotarsi come quello meno ospitale per le imprese. Questi imprenditori mi hanno invitato a dar voce alla loro frustrazione che non vuole essere una resa, ma espressione di uno scoramento difronte alla mortificazione della vocazione manifatturiera italiana”.
Tasse, mancanza di una prospettiva di crescita, burocrazia e assunzioni più costose.
É questo stato di cose – le parole del presidente degli Industriali – che fa maturare l’alternativa della delocalizzazione. E se oggi la maggioranza degli imprenditori, anche cremonesi, sono rimasti è solo per la passione, l’amore per l’Italia, il senso di responsabilità verso i loro collaboratori”.
Al Ministro Lupi Caldonazzo ha chiesto riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese e infrastrutture. Al presidente Maroni, un patto regionale con le imprese che concentri sulla crescita gli sforzi dei prossimi anni. In particolare, attenzione all’area di Tencara, individuata sul modello delle “enterprises zones” inglesi e della California, aree cioè di sviluppo agevolato con peculiarità che rispondano a logiche di fisco leggero, di burocrazia zero, banda larga veloce e centro servizi per le imprese. Poi, l‘autostrada Cremona-Mantova, la rete ferroviaria e la navigabilità del Po (Purtroppo è dal 1954, dalla inaugurazione del Porto di Cremona, che una strategia della navigabilità del fiume non è stata approntata. Abbiamo assistito a molti studi di fattibilità ma mai nulla di concreto. La messa a regime del Po ed il ruolo di Cremona come hub fluviale avrebbero enormi ricadute su tutto il traffico di merci e persone, e farebbero di Cremona il punto di maggior penetrazione del corridoio Adriatico ed il luogo di connessione per gli scambi tra Europa settentrionale e meridionale).
“Sono stati anni non semplici – ha concluso Caldonazzo – in cui una crisi feroce ci ha travolti, ha colpito l’Italia, ha fatto sentire forte i suoi effetti anche a Cremona; ci ha mostrato il volto di un nuovo ciclo economico, di un processo di cambiamento al quale dobbiamo riuscire ad adeguarci nel miglior modo possibile. Questa crisi ha messo in luce le nostre debolezze e quelle disfunzioni che ci impediscono di superare i nostri limiti, quelle resistenze che continuano a frenare il nostro sviluppo; ma ha anche avvalorato le potenzialità multisettoriali di Cremona, le sue tradizioni industriali, quelle basi economiche e produttive che la possono distinguere. Occorre un passo indietro rispetto agli interessi di parte, un passo avanti verso l’interesse generale. É il momento di mettersi in discussione. È il momento di aprirsi ad un senso di autocritica che ci faccia riflettere sui nostri errori”.

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