Il vescovo Lafranconi condanna la legge belga sull'eutanasia di minori
Dure parole di condanna, quelle del vescovo Dante Lafranconi contro la legge sull’eutanasia dei minorenni qualora essi ne facciano richiesta, approvata in Belgio nei giorni scorsi. Un discorso di fuoco, quello del presule, fatto durante l’inaugurazione del progetto “Dopo di noi” (all’interno della Fondazione Robbiani di Soresina): dove prima era situato il reparto maternità dell’ospedale, sono stati ricavati da una parte una “Comunità alloggio handicap”, destinata a una decina di persone diversamente abili senza più una famiglia alle spalle e dall’altro quattro bilocali destinati a ospitare, non oltre i tre mesi, persone in situazioni di fragilità. “Vorrei che l’inaugurazione di questo pomeriggio avesse la stessa risonanza che ha avuto la legge sull’eutanasia dei minori approvata nei giorni scorsi in Belgio – ha evidenziato Lafranconi -. Oggi noi abbiamo celebrato la vita, invece nel Parlamento di quel paese europeo si è consumata una nuova deriva dell’umanità”. Il presule definisce il provvedimento belga “fuori da ogni ragione”. Senza mezzi termini, il vescovo ha condannato duramente una decisione che ha già fatto discutere mezzo mondo.
«Non c’è bisogno di essere cristiani – ha proseguito – per capire che la vita di ogni persona merita rispetto». Quindi ha citato un comunicato dell’Associazione Italiana Pediatri che condanna senza se e senza ma il provvedimento belga. «Se avessimo approvato in Italia una legge così 30 o 40 anni fa, oggi non avremmo bisogno di questa casa».
Il Vescovo Lafranconi ha visitato i locali della struttura. Prima la comunità alloggio composta da alcuni spazi comuni – la cucina e il refettorio – e diverse camere a uno o due letti per un totale di dieci posti. Qui verranno ad abitare quelle persone diversamente abili che non hanno più una famiglia in grado di accudirli. Stanze ariose e colorate, bagni grandi e funzionali, impianti all’avanguardia azionabile anche a distanza attraverso smartphone, garantiranno un livello di confort e di sicurezza davvero impareggiabile. Successivamente il presule ha visitato uno dei quattro appartamentini che saranno destinati a persone con gravi problemi sociali.
Durante la cerimonia è stata scoperta una targa a ricordo dell’ingegner Robbiani: proprio a lui è stata dedicata la sala pulifunzionale che può ospitare fino a cento posti. A fianco altre due sale più piccole e gli uffici amministrativi della Fondazione. Durante i lavori di risanamento sono state portate alla luce sei colonne di granito e bellissimi soffitti a volta che grazie ad una studiata illuminazione offrono scenari davvero suggestivi ai visitatori. «Sarà la cooperativa Sentiero – ha spiegato la presidente presidente del Cda della Fondazione, Franca Rebecchi – ad avere in gestione il progetto. Già questa realtà si sta occupando del centro diurno disabili “Il calabrone” e devo dire che lo fa con competenza e grande generosità. Non mancheranno poi gli apporti dei volontari, così come sarà importante la rete con le istituzioni del territorio».
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