Cronaca

Tamoil, Bordi: 'diverse fonti di inquinamento Indagata tutta l'area'

Il giudice Salvini

Ultima testimonianza, quella di Francesco Bordi, assessore all’Ambiente del Comune di Cremona e tecnico Arpa in aspettativa, del processo ‘madre’ di Tamoil sull’ inquinamento della falda che per l’accusa sarebbe stato causato proprio dalla raffineria cremonese. Cinque i manager a processo con il rito abbreviato davanti al giudice Guido Salvini. “Oggi il surnatante non c’è e le concentrazioni di prodotto inquinante disciolto nell’ acqua sono diminuite sia all’interno che all’esteno”. Lo ha detto lo stesso Bordi al termine della sua testimonianza, durata più di due ore. In udienza l’assessore ha ricostruito il lavoro portato avanti dall’Arpa da quando lui era tecnico, compresa la ricostruzione delle aree interne ed esterne, i rilievi, i piezometri e anche lo stato delle fognature. “Le nostre indagini”, ha spiegato Bordi, “davano diversi scenari nell’area, non ascrivibili soltanto a perdite dovute alle fognature. C erano diverse fonti, tanto che abbiamo indagato tutta l’area”. “Le fognature”, ha continuato Bordi, “potevano essere una potenziale fonte di inquinamento, ma ce n’erano anche altre, come i rifiuti interrati, l’area più antica del vecchio deposito che era ridotta peggio, compresa una zona  limitata inquinata dalle fogne”. “Grazie alle video ispezioni”, ha specificato l’assessore, “dal 2004 abbiamo saputo che le fognature erano potenziali fonti di inquinamento, ma comunque il fatto di saperlo o non saperlo ci ha permesso di indagare su tutta l’area”. Già dal 2001, però, con l’autodenuncia, Tamoil aveva già previsto che le fogne potessero essere causa dell’inquinamento. Intanto i Nas stanno analizzando i registri acquisiti degli ordini di servizio dei capiturno e dei capi reparti dai quali emergerebbe che dai 150 serbatoi di benzina e grezzo drenati due volte al mese sarebbe fuoriuscita una enorme quantità di acqua sporca di idrocarburi. Per rendere l’idea, si può paragonare un serbatoio ad una piscina. E, ovviamente, quell’enorme quantità di acqua sporca finiva nelle fogne gruviera. Il processo è arrivato alle conclusioni: la prossima udienza, fissata al 10 aprile, sarà dedicata all’acquisizione di documenti, mentre il 22 aprile comincerà la requisitoria del pm Fabio Saponara.

Sara Pizzorni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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