Al Museo civico incontro sull'Eritrea con Enrico Madini
Giovedì 26 marzo, alle 17, in Sala Puerari (Museo Civico, via Ugolani Dati, 4), l’Associazione degli ex alunni del Liceo “Manin” organizza un incontro con Enrico Madini (medico e fotografo cremonese), che proporrà un documento sull’Eritrea, con proiezioni commentate, dal titolo: “Da Asmara a Massaua tra passato, presente e … futuro?”. Immagini e parole: testimonianze sull’Eritrea, sulla sua storia recente e sulle vive tracce d’Italia rimaste nel paese”.
La conferenza è inserita nell’ambito del ciclo su “Il Convito. Cibo e vino: ‘assaggi’ reali e metaforici nei testi religiosi e letterari, nei documenti artistici e nell’antropologia” organizzato, oltre che dagli ex del “Manin”, dalla delegazione cremonese dell’Associazione Italiana di Cultura Classica (Aicc) con la collaborazione dell’ Ufficio Scolastico Territoriale di Cremona e del Comune, che è anche patrocinatore delle manifestazioni.
Le immagini fotografiche e le parole del relatore che accompagneranno la proiezione porteranno in un viaggio inaspettato, capace di risvegliare emozioni e ricordi. Terre e cieli che qualche nostro bisnonno considerava la speranza della vita. Una italianità tangibile, religioni che convivono pacificamente, antichi mercati colorati, architetture razionaliste scalcinate, cimiteri militari italiani sbiaditi dal sole, paesaggi duri e selvaggi, città fantasma vittime della guerra. Un paese poverissimo, ma orgoglioso. Con tanto da dire, ma con tanto da sperare, da costruire e da combattere.
Enrico Madini è medico e istruttore subacqueo. Fotografo solo per passione, dice di sé. Ha trascorso parte della sua infanzia a viaggiare in tutta Italia seguendo il padre costretto a muoversi per il suo lavoro. Ha vissuto due anni in Tunisia, paese di cui conserva ricordi vivissimi: le onde del deserto, il vento caldo, i tramonti infuocati. Ha trascorso complessivamente più di un anno in Kenya e a Zanzibar e viaggiato in tutto il mondo per scoprire le meraviglie dei fondali marini, per vedere, fotografare, evadere. La passione per la fotografia, nata inizialmente per ricordare le barriere coralline e i mari blu, in seguito si è concentrata sui reportage e sulla fotografia di viaggio, con cui cerca di fissare attimi, impressioni, episodi, ricordi. Non è fotografo naturalista, ma interessato alle persone, alle storie, ai riti e alle cerimonie. Tutti, dice, possono insegnare qualcosa: valori perduti, capacità di vivere il tempo, punti di vista alternativi. Il viaggio serve a questo, a scoprire in altri o grazie ad altri qualcosa di noi, e soprattutto a scovare infinite possibilità.
E la passione fotografica di Madini tradotta in scatti davvero di grande livello artistico, che prendono vita dalla poetica che li sottende e trovano impulso nella ricca umanità dell’autore e nella sua raffinata cultura, ha avuto anche recentemente – lo ricordiamo – un riconoscimento importante: Madini è stato inserito tra i dieci finalisti della categoria “Travel” nella sezione non professionisti del Sony World Photografy Awards 2015, uno dei più prestigiosi concorsi fotografici internazionali a cui hanno partecipato oltre 173mila immagini. Una ragione di più per incontrarlo.
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