Matteo Renzi sta accumulando troppo potere?
Mentre in Europa sventola bandiera nera – gli estremisti dell’Islam sono già al confine con la Croazia – da noi ci si interroga su Matteo Renzi, “l’uomo solo al comando”. La domanda ricorrente è:Pittibimbo non starà accumulando troppo potere? Il Narciso è ormai lassù. Dietro di lui ci sono macerie, nemici divisi e litigiosi, scandali a go-go, primarie con l’orticaria (ad Agrigento le ha vinte nientemeno che un rivale di Forza Italia).
Fioccano gli psicodrammi fra candidati indagati, avversari stravotati come De Luca “lo sceriffo di Salerno”, Mafia Capitale e Ostia Criminale (commissariato il Municipio). E poi c’è il caos Piemonte con l’inchiesta sulle firme per la candidatura di Sergio Chiamparino (che minaccia di dimettersi). Nelle Marche il governatore uscente (Spacca) vorrebbe allearsi con gli Alfano boys e i Berluscones. In Liguria Cofferati è stato “trombato” ma non si è rassegnato ancora alla panchina dei giardinetti. Insomma grane su grane. E la minoranza Pd si ritrova “in un angolo sempre più stretto” come ammette Fassina (che non è la moglie di Fassino, ma Stefano). Un angolo dal quale gli oppositori del premier non sanno più come uscire, ed ora che l’Italicum è tornato a correre avvertono che la resa dei conti è vicina. E allora?
Allora si sono svegliati i giornaloni e i giornalini. Sono tutti preoccupati e si chiedono: ma non è che qui si rischia la deriva autoritaria? Faccio un riepilogo rapido. Per Angelo Panebianco, top firma del Corrierone, Renzi è addirittura più pericoloso di Berlusconi; per Eugenio Scalfari, fondatore di Repubblica, il ragazzo va aiutato “a difendersi da se stesso”. Sul “Fatto”, il foglio di Travaglio, Antonio Padellaro lo accosta a Bettino Craxi; e scrive che “è lo stesso format, tutti e due nascono a sinistra per spaccare la sinistra”. Alessandro Sallusti lunedi scorso sul Giornale fondato da Montanelli (1974) gli ha dedicato addirittura l’editoriale con un titolo inequivoco: “Il mostro Renzi adesso fa paura a chi l’ha creato”. E già che c’è, il direttore “spara” pure sui pennivendoli che in questi anni, “accecati dall’antiberlusconismo, hanno sputato sul nostro e sul loro paese, infangato e screditato istituzioni e grandi aziende nazionali”. Inevitabile la frustata agli “intellettuali del piffero”, a coloro cioè che per anni “hanno offerto i loro servigi al mercato mediatico commettendo la truffa di travestire da militanza il proprio tornaconto personale” (Luca Mastrantonio, redazione culturale del Corriere). Cioè a quegli intellettuali “che hanno applaudito all’arrivo di un governo – quello di Monti – extraparlamentare,che hanno coperto i complotti di Napolitano…”.
E mentre i nemici (interni ed esterni) si piangono addosso, mentre le penne rosse e rosè spaccano il capello in quattro, mentre il Paese perde pezzi – la scalata alla Pirelli è il timbro sul nostro declino – Pittibimbo sta mettendo le mani sulle migliori poltrone del bigoncio. Con il commissario alla spending review Yoram Gutgeld (il successore del desaparecido Cottarelli) ed altri “colonnelli”, Pittibimbo sta mettendo a punto un progetto che i bene informati chiamano il “Taglia Mille Poltrone”. Se tale progetto andasse in porto – “sparato” da un decreto legge – Renzi metterebbe le mani sulle Spa di Stato, Comuni, Regioni.
E mentre D’Alema porta a spasso il cane e Cofferati fa nuove amicizie ai giardinetti, lui si “pappa” il Paese, Rai inclusa. Certo, decretare sulla materia non sarà facile specie se i ministri competenti – Padoan (Tesoro) e Guidi (Industria) – si stufano di essere tenuti all’oscuro delle manovre fiorentine e fanno un fischio. Poi c’è Mattarella che ha i titoli per fermare i decreti se non sono urgenti. Ma Renzi ha spalle larghe e robuste. E se va in fuga col vento che tira – effetto Bce, petrolio, euro debole – fermarlo non sarà facile.
Enrico Pirondini
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