Danilo Montaldi: 40 anni fa la morte del nostro intellettuale
La notte del 27 aprile di 40 anni fa, moriva nelle acque del fiume Roia, presso il confine italo-francese, il quarantaseienne Danilo Montaldi, sicuramente l’intellettuale cremonese più vivace e stimolante del dopoguerra. Politico, ricercatore, scrittore, saggista, critico d’arte, traduttore di scrittori e filosofi francesi, Montaldi ha cambiato il modo di raccogliere notizie e raccontare, basandosi sulla stretta collaborazione tra l’intervistato e l’intervistatore. Per la casa editrice Feltrinelli pubblicò nel 1960 il suo primo libro “Milano, Corea”.
Si trattava di una inchiesta sugli immigrati, scritto in collaborazione con Franco Alasia. Il volume raccoglieva e commentava una serie di testimonianze di immigrati a Milano, portando l’attenzione sul fenomeno dell’immigrazione, fino ad allora poco studiata. Ma i libri ricerca più noti sono senza dubbio “Autobiografia della leggera” edito nel 1961 da Einaudi e “Militanti politici di base” (Einaudi 1971). Dovevano costituire una trilogia di uno spaccato della valle del Po: dai vagabondi ai ladri e fino ai militanti politici. Un terzo capitolo doveva riguardare il mondo contadino mala scomparsa prematura in modo mai del tutto chiarito, ha lasciato incompleta la sua ricerca.
Postumi vennero pubblicati diversi libri tra i quali lo splendido “Bisogna sognare”, una raccolta di scritti dal 1952 al 1975. Molti registi e produttori si sono avvicinati alle opere di Danilo Montaldi, per realizzare film specialmente da “Autobiografia della leggera” da girarsi totalmente lungo il Po, il mondo di Montaldi. Per ora i progetti sono rimasti al palo. Lo scrittore realizzò anche uno straordinario documentario dal titolo “La matàna del Po”.
Sono passati quarant’anni dalla morte ma Cremona sembra essersi dimenticata dell’intellettuale della sua città.