Folla per la Veglia di Pasqua in Cattedrale. Ordinati 7 catecumeni
Una veglia molto partecipata quella di Pasqua in Cattedrale, durante la quale sono stati ordinati 7 catecumeni. Un momento solenne, durante il quale il vescovo ha richiamato da subito la necessità di essere autentici testimoni in una Chiesa oggi come allora fortemente segnata dal martirio.
È iniziata nel cortile del Palazzo Vescovile la solenne Veglia pasquale, centro di tutto l’anno liturgico, presieduta da mons. Lafranconi nella serata di sabato 4 aprile, come si legge sul sito della Diocesi. Nella totale oscurità si è svolta la liturgia della luce, con il Vescovo che prima ha benedetto il fuoco e poi ha preparato il cero, simbolo di Cristo Risorto, dalla cui fiamma sono state accese le candele dei fedeli.
Poi, in processione verso la Cattedrale, per tre volte il diacono don Alessandro Bertoni ha innalzato il grande cero acclamando a Cristo luce del mondo. Solo al termine in Cattedrale le luci si sono accese. Incensato il cero pasquale, don Graziano Ghisolfi ha cantato l’antico inno del preconio.
Accanto al Vescovo il responsabile diocesano del Servizio per il Catecumenato, don Antonio Facchinetti, alcuni dei canonici del Capitolo con il presidente mons. Giuseppe Perotti e alcuni altri sacerdoti: il rettore del Seminario, don Enrico Trevisi, don Giambattista Piacentini e alcuni dei sacerdoti che hanno seguito il cammino dei catecumeni, come don Stefano Moruzzi, don Antonio Bandirali e don Maurizio Ghilardi.
Nella prima fila della navata centrale hanno preso posto i sette catecumeni: cinque di origine africana, gli altri dell’Albania e della Cambogia. Juvet Benedetto Mbah, 17enne originario del Camerun, profugo ospitato presso la Casa dell’Accoglienza di Cremona; Ogbemudia Oscar Obayuwana, 24enne nigeriano di Monticelli d’Ongina, la cui famiglia, già cristiana, è ben inserita nella comunità parrocchiale; Guglielmo Yao Guillaume, 37enne originario della Costa D’Avorio, sposato e con tre figli già battezzati, residente a Sospiro, capogruppo del coro ivoriano che periodicamente si ritrova presso la parrocchia della Beata Vergine di Caravaggio, a Cremona; Ifueko Gabriella Osagiede, giovane 32enne nativa della Nigeria, con studi universitari in Ingegneria, accolta nella parrocchia cittadina di S. Agostino; Vojsava Teresa Bulla, infermiera 45enne di origine albanese della parrocchia di Casalmorano; Bun Thoeun Teresa Moeun, 34enne residente a Castelleone, giunta in Italia nel 2001 dalla Cambogia, dove era stata in contatto con il buddismo; Kadjo Matteo Urbain, 39enne originario della Costa d’Avorio, in Italia da qualche anno, vive a S. Felice con la moglie, già cristiana.
Emozionati i catecumeni hanno ascoltato i sette lunghi brani biblici che hanno ripercorso la storia della salvezza, il canto del Gloria, che ha finalmente “sciolto” le campane, la lettura dell’epistola di Paolo, fino al suggestivo annuncio dell’Alleluia con la proclamazione del Vangelo della Risurrezione.
Nell’omelia il Vescovo si è rivolto in particolare a loro e, con un paragone con le «meraviglie» narrate nel racconto della creazione, ha definito una «meraviglia» anche il fatto che alcuni fratelli ricevano nella notte di Pasqua, a Cremona come in molte altre parti del mondo, i sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Poi ha ricordato il cammino del loro catecumenato, che li ha portati a conoscere Cristo e il suo Vangelo, così come la comunità dei suoi discepoli, rappresentata dalla parrocchia che li ha accompagnati in questo itinerario.
Mons. Lafranconi ha quindi voluto sottolineare gli “effetti” del Battesimo: una vita nuova in compagnia di Gesù Cristo, ma anche l’entrata a fare parte della Chiesa.
Una chiesa di testimoni e di martiri. Così il pensiero del Vescovo è andato subito alle persecuzioni che in questi giorni aggiungono nuove testimonianze di fede al lungo elenco della storia. «Entrate a far parte – ha detto – di nua Chiesa di martiri». Da qui l’invito a tener sempre presente che la Chiesa è e deve essere Chiesa di testimoni, che con coraggio sanno manifestare la propria fede, testimoniandola anzitutto in una realtà prioritaria, quella della parrocchia, nella quale proprio questi catecumeni da oggi sono chiamati a diventare testimoni.
La celebrazione è proseguita con la liturgia battesimale, aperta dalla chiamata degli eletti da parte di don Facchinetti, dal canto delle litanie, dalla benedizione dell’acqua e dalla professione di fede. Quindi ogni catecumeno, accompagnato dai propri padrini o madrine, si è avvicinato al fonte, posizionato al centro del presbiterio, per ricevere sul capo l’acqua benedetta. I riti successivi – la consegna della veste bianca e della candela attinta alla fiamma del cero pasquale – hanno evidenziato la loro nuova dignità di figli di Dio. A seguire mons. Lafranconi ha amministrato il sacramento della Confermazione.
L’ultimo dono – l’Eucaristia – i nuovi cristiani l’hanno ricevuto insieme a tutti gli altri fedeli al momento delle Comunioni.
La celebrazioni si è conclusa, come di consueto, con un particolare saluto alla Madre del Risorto: mentre mons. Lafranconi incensava la pala dell’Assunta che troneggia nell’abside, il Coro e l’assemblea hanno intonato il “Regina coeli laetare”, il tipico canto mariano del tempo di Pasqua. I canti sono stati eseguiti dal Coro della Cattedrale diretto dal maestro don Graziano Ghisolfi e accompagnato musicalmente dall’organista Fausto Caporali e dal trobettista Giovanni Grandi.
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