Il Comune teme nuovi tagli da Roma Chiesti ai settori risparmi del 2%
L’impatto delle tasse locali sui portafogli e la possibile riduzione di alcuni servizi resteranno delle incognite ancora per un bel po’, probabilmente fino a dopo il 12 giugno. L’atteso decreto fiscale che il Governo sta rimandando di giorno in giorno slitterà probabilmente fino a quella data (ma si parla anche di un’ipotesi più ottimistica, il 5) e con esso anche le risposte che i sindaci dell’Anci attendono dal Governo dopo la sollevazione di qualche settimana fa contro i nuovi tagli e le rigidità dei bilanci. Della complicatissima situazione dei Comuni, costretti come quello di Cremona a lavorare senza bilancio, e quindi ‘in dodicesimi’, senza possibilità di investire anche se le risorse sono disponibili, si sta parlando oggi pomeriggio in sala Quadri davanti a diversi sindaci della provincia, per il tour che l’associazione dei comuni sta facendo in tutti i capoluoghi della Lombardia. Nel suo intervento introduttivo il sindaco Galimberti non ha risparmiato critiche al Governo centrale, ma anche agli alti dirigenti dei Ministeri, dove si impantanano e non risultano controllabili i tagli che invece vengono continuamente richiesti agli enti locali.
“Certamente – ha detto il sindaco – siamo consapevoli che la sentenza sulle pensioni ha complicato moltissimo il quadro di equilibri di bilancio statale. Tuttavia le seguenti domande sono legittime: quando si dice che il problema dei diminuiti trasferimenti non è così grave, in quanto i comuni hanno ancora possibilità di tagliare, la domanda è: si sa quanto ad esempio il Comune di Cremona ha tagliato in soli 11 mesi? Per affrontare i tagli di quest’anno, che temiamo non ancora definiti (lo temiamo perché sentiamo con fortissima preoccupazione che potrebbero aumentare ancora), noi, dopo aver già tagliato, abbiamo chiesto a tutti i settori di valutare ulteriori performance di entrate possibili e contemporaneamente di tagliare spese per un ulteriore 2%. Ci dicono i Ministri e i loro dirigenti quanto nel frattempo, in questi stessi 11 mesi, hanno tagliato le spese strutturali dei rispettivi ministeri? Del 2%? Ed è una domanda da rivolgere a moltissimi governi degli anni passati e in particolare ai dirigenti ministeriali che governano la struttura e determinano scelte e cambiamenti”.
La rinegoziazione dei mutui da poco varata dal Consiglio comunale consentirà alle casse comunali di disporre di un po’ di liquidità in più, ma sono ancora troppe le richieste dei Comuni che non hanno ricevuto risposta, come il riequilibrio del saldo negativo registrato per effetto delle trasformazioni nella tassazione sulla casa. “E rispetto – ha detto Galimberti – a partite come il passaggio delle allocazioni di sedi come quella del tribunale al competente ministero, quali certezze di realizzazione abbiamo? Noi stiamo lottando. Sappiamo che anche ANCI lo fa e certo anche molti nel governo. È certamente opportuno farlo insieme, governo e amministrazioni locali e ANCI”.
Quanto all’Area Vasta, settore per il quale l’organigramma comunale ha previsto uno specifico assessorato, “non dovrebbe essere solo tema di sostenibilità economica, ma dovrebbe essere tema di riassetto istituzionale, rilettura profonda del dna dei nostri territori, per capirne le strategie di sviluppo comuni, con logiche che superino le suddivisioni di confini, ripensamento progettuale dei nostri territori, investimento culturale in progetti nuovi che, appunto su precisi oggetti progettuali, sappiano unire i territori e città. Dovrebbe essere tema di efficienza in ambiti fondamentali in cui le economie di scala diventano importanti, come l’informatizzazione, il tema delle gare e degli appalti. L’importante, anche in questo ambito, che durante il percorso di transizione, non avvenga che il dissesto economico, di tagli e incertezze, metta enti di area vasta e comuni insieme in una condizione insostenibile”.
L’incontro di oggi pomeriggio in sala Quadri è coordinato dalla vice presidente di Anci Lombardia Siria Trezzi e dal vicesegretario generale Rinaldo Redaelli.
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