Multata per aver dimenticato il tesserino: ai pendolari niente è perdonato
Oltre il danno, la beffa. A fronte della tolleranza che sono costretti ad adottare con Trenord ogni giorno, gli abbonati vengono pure sanzionati se non perfettamente in regola con le disposizioni sugli abbonamenti, pur avendolo regolarmente pagato. Il racconto di una viaggiatrice.
Oltre il danno, la beffa. Non solo i pendolari della Milano – Cremona – Mantova sopportano ogni giorno ritardi cronici, viaggiano al freddo, oppure sono stipati some sardine tanto da star male (leggi qui). A fronte della tolleranza che sono costretti ad adottare con Trenord ogni giorno, vengono pure multati se non sono perfettamente in regola con le disposizioni riguardanti il controllo dei titoli di viaggio. Come ci racconta Claudia, pendolare che ogni giorno prende il treno delle 7,33 per Milano, questa mattina si è accorta, una volta salita, di non avere con sè il portafogli nel quale custodisce, oltre agli altri documenti, il tesserino dell’abbonamento a Trenord. “Quando il controllore mi ha chiesto il biglietto – ci racconta – ho potuto mostrargli solo la ricevuta cartacea del pagamento mensile, spiegandogli la situazione. Non c’è stato niente da fare: mi ha multato, spiegandomi però che il nuovo regolamento prevede per casi come questi un’ ‘agevolazione’ per i pendolari, ossia che saremo rimborsati della sanzione, presentandoci in biglietteria entro cinque giorni. Peccato però che dovrò pagare comunque il prezzo del biglietto, anche se è acclarato che io l’abbonamento l’ho veramente pagato. Capisco che si debbano rispettare le regole, ma questo applicarle per filo e per segno mi pare davvero fuori dal buon senso, soprattutto quando noi dobbiamo mostrarci tanto comprensivi nei confronti di chi gestisce il servizio”. Oltretutto, la pendolare ha potuto dimostrare di essere un’abbonata non solo fornendo il numero del tesserino dimenticato (un semplice controllo sul data base da parte del controllore avrebbe fugato ogni dubbio), ma anche esibendo le ricevute di pagamento dei mesi passati, che aveva con sé. Ma non c’è stato niente da fare.
Tanto per cambiare, il treno del ritorno di Claudia, il 2661 delle 18,20 da Centrale, è partito con oltre 20 minuti di ritardo per i ‘soliti’ disguidi nel reperimento materiale.
Giuliana Biagi