Economia

Liuteria: l'Ali lancia il decalogo sulla produzione di qualità

Stop ai violini semilavorati o prefabbricati importati dall'Europa dell'est o dalla Cina, autocertificazione che tutti gli strumenti sono prodotti in laboratorio senza ausilio di macchine per una produzione di tipo seriale. Sono alcune delle norme sulla produzione liutaria approvate nell'ultima Assemblea Ali.

Stop ai violini semilavorati o prefabbricati importati dall’Europa dell’est o dalla Cina, autocertificazione che tutti gli strumenti sono prodotti in laboratorio con tradizione artigianale senza ausilio di macchine per una produzione di tipo seriale, che le vernici sono prodotte e applicate senza spruzzatori o pistole aerografe. Una vera a propria rivoluzione per la certificazione dei violini cremonesi arriva dall’assemblea dell’ALI, Associazione Liutaria Italiana che ha deciso di far sottoporre a tutti i propri soci maestri liutai un impegno a salvaguardare “il saper fare liutario” con un operato deontologico corretto. Il liutaio appartenente all’ALI garantisce che gli strumenti recanti la sua firma, timbro o marchio siano costruiti da lui, nella sua bottega e secondo la metodologia della tradizione artigianale. Sostanzialmente si è voluto prendere le distanze da chi, anche sulla piazza cremonese, indebolendo marchio e tradizione, si affida a produzioni di tipo seriale.
L’Ali, con la forza dei grandi maestri che fan parte dell’associazione, scende dunque in campo per tutelare l’arte liutaria di qualità. Ricordiamo che fanno parte dell’Ali, tra gli altri, Giobatta e Simeone Morassi, Sandro Asinari, Mael Blot, Gaspar Borchardt, Stefano Conia, Leonidas Rafaelian, Stefano Trabucchi, Alessandro Voltini.

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