Politica

Galimberti, bilancio a metà mandato. 'Ricandidarmi? Non lo escludo'

Infrastrutture: prioritario raddoppio selettivo della tratta ferroviaria verso Mantova; bene anche l'autostrada Cr-Mn ma rivedendone i costi. Tramonta il Terzo Ponte, ma serve un'altra soluzione per migliorare il collegamento col piacentino. Risanamento Aem, l'operazione strutturale più rilevante.

di Giuliana Biagi

Nell’ultima intervista dell’anno, il bilancio del sindaco Gianluca Galimberti, a due anni e mezzo dall’elezione. Un periodo molto intenso, nel bene o nel male a seconda del posizionamento politico, sicuramente denso di scelte innovative, che hanno fatto tabula rasa di molte situazioni ereditate dalle giunte precedenti. Un ricominciare da zero che difatti ha suscitato le critiche di chi aveva amministrato prima e che ha scompaginato diversi equilibri consolidati.

Tante le cose fatte, eppure è evidente che le richieste delle persone alla politica sono sempre di più, in particolare relativamente al lavoro e al welfare. Come può la politica colmare questo gap?

Ascoltando le esigenze e le domande – risponde Galimberti –  ma senza dare risposte a slogan o per avere consenso immediato. Occorre sopportare anche l’impazienza e l’emotività di chi vuole risposte immediate, perché le cose importanti si costruiscono agendo subito e costruendo un cammino nel tempo. Affrontare la questione lavoro a Cremona, cosa stiamo facendo? Abbiamo individuato linee di sviluppo, trovato soldi, fatto progetti, messo insieme università e imprese, sull’agroalimentare e su distretto culturale e liuteria; abbiamo costruito operazioni industriali importanti, come Lgh/A2A o Padania Acque; abbiamo promosso la città nel mondo, facendo scelte di turismo strutturali e continuative e lo stiamo facendo come sistema città, non sparpagliati ognuno per suo conto. Così si costruiscono le condizioni per un terreno fertile per i giovani.

Scuole e università: il polo scolastico artistico – musicale mette la scuola di Liuteria nelle condizioni di uscire da una situazione precaria che durava da anni. Inoltre è parte integrante della filiera musicale cittadina che si completa con il corso di laurea in restauro, uno dei due nuovi corsi di laurea partiti quest’anno in città (l’altro è Acustica al Politecnico, ndr).

Sul sociale abbiamo impostato un nuovo modello, con servizi sociali capaci di valorizzare le risorse umane presenti nella comunità, aiutarle facendosi aiutare, insomma un nuovo modello di “welfare di comunità”, che richiede tempo per riorganizzare e rilanciare i servizi rendendoli più sostenibili. Proprio a settembre di quest’anno è partita la riorganizzazione territoriale in quattro aree dei servizi sociali. Sono scelte immediate, ma che si sviluppano nel tempo. Senza questa tempestività e allo stesso tempo pazienza non si fa nulla. La politica oggi deve avere la serietà e il coraggio di scelte come queste, senza inseguire facili consensi. D’altra parte il problema del disallineamento non è problema solo della politica, pensiamo anche al mondo delle categorie economiche, delle realtà di rappresentanza, dei media. Allora la risposta di tutti deve essere quella di recuperare l’idea di lavorare insieme, combattere insieme ogni individualismo, che segna il nostro tempo e rimettere al centro la comunità.

A proposito dell’ordinanza anti gioco d’azzardo: cosa risponde alle critiche dei gestori?

Un’economia basata sulle slot è una economia malata, che fa ammalare le persone e il costo poi lo paghiamo tutti, compresi i commercianti che criticano. Un’economia basata sul gioco d’azzardo, in termini di tassazione non porta allo Stato (e quindi a tutti) quanto porterebbe un acquisto differente. Partendo dal regolamento approvato all’unanimità in Consiglio comunale, abbiamo lasciato spazi orari per continuare l’attività, ma allo stesso tempo abbiamo detto: a Cremona, come in molte altre parti d’Italia, questo tipo di attività non può avere futuro, perché toglie il futuro a molte persone e drena risorse a tutti. Ascolteremo e continueremo a spiegare le scelte, ma abbiamo attuato un indirizzo del Consiglio che ritengo giusto.

Grandi infrastrutture: che cosa c’è di concreto nel patto per la Lombardia?

Sul patto sono in corso incontri anche in questi giorni. Quasi tutte le opere previste sono comunque già decise. Sulla Paullese il raddoppio verso Milano va bene. Ora lavoreremo affinché ciò che è a disposizione e non è ancora deciso vada a vantaggio della città e del territorio. Sul terzo ponte il progetto è all’interno delle scelte del nuovo gestore della tratta della A21, ma la cosa è dubbia. Indubbio invece è che un lavoro sui collegamenti nord sud attraverso il Po sia essenziale e il primo livello è mantenere la sicurezza delle infrastrutture che già abbiamo. Per questo stiamo lavorando anche con Castelvetro, ma certo la manutenzione non basta: abbiamo bisogno di pensare a collegamenti ulteriori con progetti concreti e realizzabili e si tratta di questioni che competono anche al governo centrale e alle regioni e sono ineludibili.

A che punto è l’iter della Cremona – Mantova? E’ un’autostrada strategica per Cremona?

Strategiche sono tutte le infrastrutture che collegano la città. Facciamo il punto. La nostra città è vitale in termini di progetti, attività e promozione e questa è la condizione per richiedere infrastrutture. Quali sono quelle su cui lavorare? Per il collegamento con Mantova, la priorità che appare più concreta è il ferro. Il governo, Ferrovie dello stato (che abbiamo incontrato) e il Patto per la Lombardia prevedono la progettazione del raddoppio ferroviario Cremona-Mantova: bene, partiamo da qui e lavoriamo con Mantova e FS e il governo per costruire e non solo progettare. La Ti-Bre ferroviaria aiuterà soprattutto se passerà da Piadena, come è giusto che sia. La parte su gomma Cremona-Mantova è altrettanto importante, ma le condizioni sono più complesse per la realizzazione dell’autostrada: la Ti-Bre autostradale è ormai incerta e occorre ricalcolare costi, tariffe e flussi per l’autostrada. Vedremo, ma certo una soluzione in ogni caso occorrerà cercarla. Sulla tratta ferroviaria per Brescia, sono in prospettiva miglioramenti di orario. Il bus di Italo continua le corse con Reggio e le rafforza: bel segno per il collegamento con l’alta velocità. Il buon rapporto con Piacenza deve estendersi anche ad un’azione forte sui due gestori ferroviari delle due regioni (certo un coordinamento sopra-regionale/governativo è importantissimo). Non dimentichiamo poi che grazie al lavoro in atto di promozione della città e grazie ai progetti ben programmati, un collegamento più forte con l’aeroporto di Orio al Serio, promosso con realtà private, diventa oggi fattibile. Infine la mobilità ciclabile e la navigabilità turistica sono grandi opportunità di sviluppo già in atto. È importante avere una visione generale sulle infrastrutture e molti progetti che abbiamo realizzato e che realizzeremo tendono a costruire alleanze con altri territori (Mantova, Brescia, Bergamo, Piacenza), che rafforzino le nostre possibilità di ottenere risultati anche sulle infrastrutture. Tanto lavoro da fare ma occorre che tutto il “Sistema Cremona” sia della partita: lasciamo stare le lamentazioni che a volte ci caratterizzano e alleiamoci per fare pressioni giuste e nella giusta direzione.

Cosa risponde ai commercianti preoccupati per i nuovi insediamenti commerciali (ex Feltrinelli, San Felice)?

Parliamo di aree che vengono valorizzate e di opportunità di lavoro per molti. Parliamo spesso anche di scelte di PGT precedenti, ma forse alcune le avremmo fatte anche noi. Detto questo, il centro ha una bellezza e una attrattività uniche che nessun centro commerciale può replicare. Usciamo dal binomio centro commerciale contro centro storico. Ho contato le iniziative e le proposte che sono state promosse in centro e per il centro (il Comune ha contribuito moltissimo) in quest’anno: sono state tantissime. Ecco la ricetta. Programmiamo eventi dentro un progetto culturale ampio e facciamoli bene (l’anno prossimo saranno le celebrazioni monteverdiane ad esempio, ma continuiamo anche con i giovedì d’estate e molto altro). Continuiamo con le scelte strutturali e strategiche fatte da quest’anno: l’ufficio turismo è ora in capo al Comune. Si tratta di un grosso investimento che ci consente di promuovere relazioni con operatori turistici anche internazionali. Arrediamo il centro, anche con alcuni interventi urbanistici strutturali: l’anno prossimo ci lavoreremo di più. Abbiamo già finanziato anche investimenti sui palazzi storici importanti (Grasselli e Affaitati ad esempio); lavoreremo su via Goito; abbiamo previsto pavimentazioni di pregio. Molto stiamo facendo all’interno del Distretto Culturale.  Lavoriamo sui negozi sfitti, stiamo preparando un bando importante insieme al DUC). Continuiamo a fare, come abbiamo iniziato, politiche della sosta (abbiamo rifatto il piano sosta in centro e aumentato l’alta rotazione). Certamente la questione è anche quali strategie commerciali, di rapporto qualità prezzo, di offerte nuove che tengano conto anche delle nuove evoluzioni del commercio e certo su questi punti le categorie stanno lavorando e noi, che abbiamo scelto di avere nel DUC un luogo privilegiato di confronto e azione, vogliamo essere al loro fianco.

Immigrazione. Cremona ha rinnovato l’adesione al progetto Sprar. Come si può favorire l’accettazione sociale di queste persone in un contesto di crisi perdurante?

Cremona significa Comune, Diocesi, associazioni, realtà lavorative, istituzioni come Prefettura, Questura. Tutti lavoriamo per un modello di accoglienza diffuso sul territorio, convinti come siamo che non si tratta di un’emergenza, ma di un fenomeno storico strutturale che coinvolge paesi e milioni di persone. Accogliamo perché è giusto farlo e con forza ci muoviamo perché il numero non vada oltre una certa quota (2,5 ogni mille abitanti, secondo il progetto del Ministero Interno, ndr). Accogliamo perché è umano farlo e apre la nostra comunità e lavoriamo perché la sicurezza sia mantenuta con un costante e silenzioso lavoro di coordinamento tra polizie e operatori. Lavoriamo per garantire una gestione corretta con il privato sociale, di grande valore e capacità. Soprattutto aumentiamo la modalità di accoglienza con il modello SPRAR, che significa un modo di lavorare più progettato e strutturato. Abbiamo attivato molti migranti in lavori utili per la comunità e continueremo a farlo. Siamo partiti non in tanti, ora diversi altri comuni in provincia si muovono così, sono ormai arrivati a 57.  Se poi tutti i comuni dovessero fare lo stesso, i numeri in ognuno sarebbero ridotti. Sappiamo che il governo manterrà le promesse di aiuto ai comuni virtuosi. Premiamo in ogni modo affinché, anche con l’aiuto dell’Italia, l’Europa si attivi davvero in relazioni internazionali con i paesi di provenienza: questa azione è assolutamente indispensabile.

In questi due anni e mezzo, qual è stata la soddisfazione più grande e quale la delusione più grande? Cosa non rifarebbe?

La soddisfazione? Tutto il lavoro fatto insieme a tutta la giunta e ai dirigenti e tecnici comunali e a molte realtà del territorio: mi sento i ringraziare tutti per la passione e l’impegno competente e intelligente. In termini di progetti, la soddisfazione maggiore è stata certamente l’operazione fatta su Aem, so che non si vede molto, ma è cosa di grandissima prospettiva, strategica e strutturale senza la quale il comune stesso e i servizi in città sarebbero stati a rischio. La partnership Lgh-A2A andava fatta a prescindere dall’indebitamento di Aem, azienda sulla quale per troppi anni non si è voluta porre la necessaria attenzione, pur avendo 100 milioni di debito e un conto economico sotto zero. Ora Aem è rilanciata e con operazioni industriali importantissime per il territorio, che daranno lavoro alle imprese. Lo stesso dicasi per Padania Acque, la cessione delle reti non è stata una svendita, ma un’operazione prevista dalla legge che consente alla società una gestione più efficiente. Altra grande soddisfazione è avere avviato il Polo tecnologico, risolvendo problemi che parevano irrisolvibili. Lgh, che con A2A diventa tra le prime multiutility d’Italia, avrà la nuova sede qui e Padania Acque è a fianco. Senza la costruzione del polo forse non sarebbe stato possibile: un centro propulsore di innovazione tecnologica ed informatica a servizio di tutte le altre realtà economiche del territorio, anche all’agricoltura.  

La delusione vera? Forse meglio, a volte, amarezza, per il livello eccessivo dei toni, che non entra nel merito delle cose, ma punta allo scontro e al discredito anche personale ed anche per il livello di individualismo che ci caratterizza un po’ tutti. Viviamo un momento storico così, emotivo certo, poco razionale, spesso arrabbiato e poco capace di intuire un bene condiviso. Attenzione però che a furia di urlare, attaccare, screditare, miniamo le radici della convivenza e per chiunque sarà difficilissimo mantenere un impegno di amministrazione o di responsabilità, a qualunque livello. Quello che ho fatto lo rifarei certamente, evitando gli errori commessi, ma sbaglia solo chi fa e certo la passione e l’entusiasmo del fare non ci mancano.

Esclude una ricandidatura alle prossime elezioni comunali?

No, non l’escludo assolutamente. Ora sono e siamo impegnatissimi a completare nel prossimo anno le azioni iniziate e ne abbiamo ancora di grandissime: illuminazione pubblica tra tutte, ma mille altre cose per il bene comune. Al termine di quest’anno valuterò, con la stessa libertà che è stata la mia guida in questi anni intensissimi al servizio della città. Lo farò con la mia famiglia, centro e riferimento, lo farò con gli amici, nuovi e antichi, con cui, in questa avventura, sto camminando.

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