Cronaca

Sicurezza, Carletti: 'Serve patto sociale per educazione alla legalità'

Sulla questione sicurezza interviene con una lunga nota il presidente della Commissione Sicurezza e consigliere comunale del Partito socialista Paolo Carletti, che invita a superare l’idea del rafforzamento del sistema sanzionatorio-repressivo per superare il problema, a favore di un patto sociale per l’educazione alla legalità. “In Consiglio Comunale, da più parti, si è richiesto un aumento di fondi a tutela della repressione del crimine, ma se è vero che anche a Cremona c’è un allarme sicurezza, è vero anche che gli strumenti per contrastare questo fenomeno non possono essere solo repressivi – si legge -. Sarebbe troppo facile pensare che per creare una società sicura, possa bastare far rispettare le leggi ai suoi componenti, questo varrebbe in una società in cui tutti concordano sul valore antisociale di certe condotte, ma in una società come la nostra, divenuta repentinamente e disordinatamente multiculturale, questa sorta di accordo e patto sociale è venuto meno e allora la Politica della sicurezza deve andare oltre la misura repressiva”.

“Il problema – aggiunge – va affrontato alla radice, attraverso una vera e propria evoluzione culturale che trasmetta  il piacere della legalità, che altro non è se non un esercizio consapevole della libertà personale, che trova come confine il diritto altrui all’esercizio della medesima libertà. E’ necessario un patto tra tutte le fonti educative, dalla scuola alla famiglia, dalle società sportive, alle associazioni culturali, che vada a ridisegnare un concetto di legalità che non può essere vissuto come una  imposizione di comportamenti, ma come fonte autorevole ed unica di libertà consapevole e questo può essere fatto solo con il prezioso ausilio delle Forze dell’Ordine. Certo, per far questo si deve superare l’invito che viene da più parti a rafforzare il sistema sanzionatorio-repressivo attraverso leggi speciali, ordinanze sindacali o misure di controllo audio-visivo e nemmeno si devono assecondare tutte quelle forme di controllo del vicinato che con il fine di responsabilizzare i cittadini, in verità aumentano gli allarmi  e creano confusione di competenze sociali. Quelli sopra citati sono tutti rimedi superficiali, costosi e non efficaci senza prima un vasto accordo sociale di legalità”.

La repressione ha valore, ma non arriva dappertutto, sottolinea Carletti: “Intendiamoci, nessuno nega il valore e la necessità della repressione del crimine, ma fuori del raggio d’azione di una telecamera di controllo, si anniderà sempre una sacca di marginalità, magari non criminale, ma semplicemente antisociale che trasmette enorme insicurezza. Il ruolo delle amministrazioni locali allora è quello di promuovere questa evoluzione culturale delle comunità ed accompagnarle con una cura, quasi assillante, degli spazi pubblici che devono trasmettere il piacere della fruizione di spazi ben ordinati e puliti dove deve diventare naturale tendere a quell’esercizio consapevole della libertà. Ruolo fondamentale avranno in questo percorso le Forze dell’ordine, ed in particolar modo i corpi di Polizia Locale, che, per loro natura, sono i più vicini alla cittadinanza e possono contribuire a dare un senso di sicurezza diffusa, ma alle amministrazioni e perciò alla politica, spetta il compito più importante, quello di trasmettere ai cittadini tutti i vantaggi di una vita sicura, legale, in una parola Libera”.

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