I sindaci del centrosinistra annunciano il loro sì al referendum sull'autonomia
Il centrosinistra lombardo si attrezza in vista del referendum indetto dal governatore Roberto Maroni per il prossimo 22 ottobre (la firma al decreto è stata siglata proprio a Cremona lo scorso maggio) per ottenere maggiore autonomia finanziaria dallo Stato. Un referendum bollato finora dai più alti esponenti del Pd come una mossa puramente propagandistica, ma i cui contenuti estremamente popolari non possono lasciare indifferenti chi amministra le città. E difatti i sindaci dei capoluoghi di centro sinistra, in cima a tutti il bergamasco Giorgio Gori, annunciano la nascita di un comitato per il sì, che si presenterà pubblicamente il prossimo 11 luglio a Varese. Ci sarà anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, oltre ai colleghi di Milano, Brescia, Varese, Lecco, Mantova, Pavia, Sondrio e ovviamente Bergamo.
Un comitato “senza bandiere e aperto al civismo fortemente radicato in Lombardia”, annunciano i proponenti “che nei prossimi mesi illustrerà le ragioni concrete per cui andare a votare Sì al referendum di ottobre. L’autonomia e i benefici per la crescita e il lavoro per tutti non possono essere strumentalizzati da una parte politica che ha isolato fino ad ora la Lombardia. Per questo diciamo un sì convinto e ci organizzeremo perché il referendum sia una vittoria di tutti i lombardi e non una bandierina di una parte. L’11 luglio verranno spiegate le ragioni della scelta di votare sì”.
Giorgio Gori è il candidato in pectore del centrosinistra alla presidenza della Regione nelle prossime elezioni del 2018, proprio come concorrente di Roberto Maroni.
Decisamente più duri nel rinfacciare a Maroni di essersi appropriato di un tema di facile presa, sono invece i 5 Stelle regionali. “Maroni dimostra di non avere mezza idea per rilanciare la Lombardia”, afferma il consigliere regionale Dario Violi. “Il suo programma politico dopo quattro anni di mandato è diventato lettera morta e tutta la sua propaganda si concentra furbescamente su di un referendum il cui quesito è scritto dal M5S Lombardia ed è lontano anni luce dalle sparate autonomistiche della Lega.
La deve finire di promuovere la sua immagine traballante con i fondi pubblici, il referendum non è per l’autonomia ma è per maggiori risorse e competenze per la Lombardia. Con la sua propaganda ingannevole svilisce il senso della chiamata alle urne dei lombardi”.