Provincia: lo Stato pretende 17,5 milioni per il solo 2017
Nonostante le note difficoltà di bilancio, l’ente Provincia non è esentato neanche quest’anno dal prelievo forzoso dello Stato, noto come ‘contributo alla finanza pubblica’. 17.557.519,97 euro la somma che l’ente di corso Vittorio Emanuele dovrebbe versare, ma essendo in esercizio provvisorio, al momento ha impugnato la spesa solo per i primi 7.744.416,55, rimandando il resto a dopo l’approvazione del bilancio 2017/2019 (entro il 30 settembre). Una ulteriore dimostrazione della complicata situazione in cui si trovano le Province, dopo la bocciatura del referendum che doveva definitivamente cancellarle, a seguito del ridimensionamento di funzioni varato con la legge Delrio. Ma i problemi, a Cremona come nel resto d’Italia, sono iniziati da prima, ossia dalla legge di Stabilità 190/14 che, considerando le province quali enti ‘in attesa di riforma costituzionale’, ha operato un taglio netto (o meglio un prelievo di risorse proprie delle province, provenienti dai tributi locali) di 1 miliardo di euro per ciascuno dei tre anni anni 2015, 2016 e 2017. Da qui lo stato di emergenza in cui vivono le province sul fronte dei servizi essenziali che sono tenute ad erogare, primi fra tutti manutenzione strade ed edilizia scolastica.
Secondo i calcoli dell’Upi (unione province italiane) nel 2017, quello che resterà alle Province e Città Metropolitane dopo il prelievo dello Stato, nel 2017, sarà soltanto il 3% delle rispettive entrate, che complessivamente ammontano a 3 miliardi 668milioni, di cui 1,3 miliardi dall’Ipt e 2,283 dalla Rc auto. Le uscite invece assommano a 3 miliardi e 579, di cui 1 miliardo appunto per effetto della legge 190/14 e 579 milioni per il decreto legge sulla spending review sui costi della politica dello stesso anno. Secondo l’Upi, “l’azzeramento dei tributi e la sottrazione di risorse proprie delle Province rende incostituzionale la legge 190/14 poichè non rispetta l’articolo 119 che definisce le province in termini di enti dotati di autonomia finanziaria”. Sempre secondo i calcoli dell’Upi nel 2017 mancano poco meno di 692 milioni di euro per chiudere i bilanci delle 76 province collocate nelle regioni a statuto ordinario.