Cronaca

Slow Food, Cremona conquista cinque chiocciole in 'Guida Osterie'

La Guida delle Osterie 2018 edita da Slow Food, giunta alla ventottesima edizione e presentata lo scorso 25 settembre, evidenzia un grande riconoscimento per il territorio cremonese; sono infatti cinque i locali  a cui è stato assegnato il simbolo di eccellenza della ‘chiocciola’ di cui 2 per la prima volta.

La Guida segnala “i migliori indirizzi in cui trovare la cucina di tradizione e il cibo buono, pulito e giusto”. Locali in cui si mette al centro il gusto e le materie prime, scelte con attenzione e rispetto del territorio e non necessariamente costose.

“Ci piace quando il cuoco è in grado di dare lustro a tagli di carne, verdure, pesci dimenticati perché complessi da cucinare, difficili da pulire o troppo grassi” affermano Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, curatori della Guida. Ci piace quando li prepara interpretandone in modo nuovo la natura e le origini. Ci piace quando ne esalta le caratteristiche, anche quelle più difficili se necessario”.

Posti con queste caratteristiche non ne mancano e tra questi vi sono i 5 cremonesi: Trattoria il Gabbiano di Corte dei Cortesi da sempre gestita con cordialità e capacità dalla famiglia Fontana; Trattoria La Crepa di Isola Dovarese dove la famiglia Malinverno coniuga tradizione, cortesia, esperienza culinaria in piatti grande livello; Trattoria Alba di Vho di Piadena, uno dei locali più rappresentativi della cucina della bassa. Poi ci sono le nuove eccellenze: La Locanda degli Artisti di Cappella Picenardi, in cui Sergio Carboni fa convivere tradizione ed innovazione; Cascina Lagoscuro di Stagno Lombardo; la cui cucina mostra tutto l’amore per la terra e per i prodotti dell’azienda.

La Condotta  Cremonese di Slow Food  organizzerà nelle prossime settimane una serata in onore delle ‘Chiocciole’, con ricavato da destinare al progetto La buona strada, a favore delle aree colpite dal terremoto e finalizzato all’acquisto di due furgoni attrezzati  a negozio  mobile per la vendita di prodotti e di un caseificio mobile per consentire ai piccoli allevatori di riprendere la produzione col loro latte.

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