Vittime della tratta degli esseri umani, a Cremona accolte quattro donne
Come in tutta Italia, anche a Cremona si è celebrata la 11ª Giornata Europea contro la Tratta degli esseri umani. Un fenomeno che purtroppo è approdato ache sul nostro territorio, come testimoniano i dati relativi al progetto ‘La Voce che rompe il silenzio’, grazie al quale il Comune di Cremona è entrato in contatto con quattro donne vittime di tratta o presunte tali (considerati gli indicatori rilevati dagli operatori), le quali sono state collocate in comunità di accoglienza destinate al supporto psicologico nonché al sostegno morale e materiale per donne in difficoltà.
In particolare, due donne sono state collocate presso la Comunità Aiuto alla Vita di Belgioioso (Pavia), una presso la locale struttura Focolare Grassi di Cremona ed una presso la locale Comunità Santa Rosa di Cremona, ente anti tratta iscritto al II° Registro Nazionale.
“In queste strutture le donne stanno ricevendo mantenimento materiale, supporto morale, assistenza legale per la raccolta della storia personale finalizzata all’analisi della posizione individuale sul territorio nazionale e alla valutazione generale ai fini della denuncia o all’istanza di protezione internazionale, supporto psicologico attraverso le figure interne alle strutture (ove necessario), supporto alla genitorialità per due delle quattro donne, che sono anche madri” fa sapere l’assessore Rosita Viola. “Le restanti due sono attualmente in gravidanza e sono in procinto di partorire”.
Tutte e quattro le donne accolte sono di nazionalità nigeriana, richiedenti asilo o intenzionate a presentare istanza di protezione internazionale, provenienti perlopiù dai circuiti prefettizi di assegnazione di cittadini provenienti da Paesi Terzi approdati alle nostre frontiere marittime.
“Il lavoro svolto sino ad ora con le strutture di accoglienza si inserisce in un più ampio pensiero di sviluppo territoriale sui temi della presa in carico di vittime di tratta, anche al fine di supportare i servizi locali nella crescita e nello sviluppo di competenze specifiche sulla materia in oggetto. In particolare, il Servizio Sociale del Comune di Cremona beneficia della collaborazione e della consulenza continuativa dell’Associazione Lule (ente antitratta di Abbiategrasso)” continua Viola. “La tratta riguarda soprattutto il traffico di donne e minori, ed è un tema su cui stiamo lavorando da alcuni anni. Le tipologie di vittime di tratta sono tante: schiave sessuali, minori che vengono fatti lavorare, persone che vengono convogliate all’accattonaggio, per non parlare del traffico di organi. Inoltre, spesso il fenomeno della tratta è collegato alla criminalità organizzata”.
Con la collaborazione dell’associazione Lule, è in fase di attivazione l’apertura di uno sportello territoriale presso il Comune (Settore Politiche Sociali), che vedrà la presenza di un operatore anti-tratta per un numero definito di giorni al mese, che potrà sostenere non solo gli operatori nella valutazione degli indicatori, ma sarà in prima linea per l’ascolto e l’attivazione di misure di protezione in favore di donne vittime di tratta. L’associazione, come spiega la rappresentante Sara Virzì, “porta avanti un progetto, ‘Mettiamo le ali’, che prevede per le vittime di tratta la possibilità di contattare un numero verde, in modo da ricevere un aiuto per uscire dalla propria situazione”. Il progetto ora si è evoluto in ‘Mettiamo le ali 2.0’ e coinvolge le province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Lecco, Mantova, Pavia e sarà realizzato con la collaborazione di Enti attuatori dislocati su tutte le province interessate. L’obiettivo generale del progetto è la realizzazione di programmi di emersione, assistenza e integrazione sociale a favore di vittime di tratta e grave sfruttamento che intendano sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti di soggetti dediti al traffico di persone.
Fondamentale è il lavoro delle comunità protette, come racconta Pinuccia Meazza referente della Comunità S. Rosa: “Ci occupiamo dell’accoglienza di donne vittime della tratta” racconta. “Purtroppo ci tocca affrontare storie drammariche: donne vendute per finti matrimoni, per essere schiave sessuali o per lavoro. Negli ultimi anni, si tratta di ragazze sempre più giovani, che vengono oltraggiate nella loro dignità, private del nome e dell’età. Arrivano da Paesi come Romania, Ucraina, Nigeria”.
lb