Cronaca

Sgominata banda di spacciatori marocchini: agiva lungo le rive del Po

Tra i clienti erano noti come "le nutrie" e spacciavano tra Cremona e la riva piacentina del Po, con un giro d'affari da 150mila euro al mese.

Sgominata la banda che da mesi aveva assunto il monopolio dello spaccio delle rive del Po, sia dal lato cremonese che da quello piacentino. I Carabinieri di Cremona, sotto la guida del maggiore Rocco Papaleo, hanno sradicato una vera e propria organizzazione con un notevole giro d’affari e decine di clienti, soprattutto cremonesi.

Il maggiore dei carabinieri Papaleo

L’epilogo dell’indagine ha portato i militari a fare un’irruzione in una casa popolare di via Rivelli, zona Cascinetto, arrestando tre persone in flagranza di reato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta di tre marocchini 30enni e tutti senza fissa dimora: C.Z., L.A., E.Y. In casa avevano 70 grammi di eroina suddivisi in dosi contenute all’interno di un sacchetto di plastica sottovuoto, 5 grammi di eroina all’interno di un involucro di cellophane,  60 di cocaina suddivisi in dosi contenute all’interno di un sacchetto di plastica sottovuoto, altri 5 grammi di coca contenuti all’interno di un involucro di cellophane, 3.100 euro in contanti e materiale idoneo per il confezionamento.

Un vero e proprio market delle droghe pesanti, individuato dall’azione investigativa dei militari, che negli ultimi tempi si erano accorti della costante presenza di noti tossicodipendenti ed assuntori occasionali di sostanze stupefacenti nella zona Po: persone spesso sorprese, nel corso degli ultimi due mesi, in possesso di modiche quantità di cocaina ed eroina.

“Gli accertamenti svolti, hanno dimostrato come il gruppo criminale, appropriatosi di una zona rivierasca, alle porte di Cremona, l’avevano trasformata in una vera e propria centrale di spaccio di eroina e cocaina con un’utenza impressionante tra clienti giovani e meno” spiegano dal comando della caserma Santa Lucia. “Preoccupante il fenomeno del ritorno prepotente delle dipendenze da eroina, ora non più consumata con le siringhe, ma sniffata, inalata o fumata come già avviene per la cocaina”.

Il giro di affari della piazza si aggirava intorno ai 5000 euro al giorno, con un ricavo netto, per i tre, di circa 150.000 euro al mese. La droga sequestrata all’ingrosso vale circa 15.000 euro. I tre nordafricani, stazionavano nell’area rivierasca di Cremona o nell’area agreste di Castelvetro Piacentino, sino a spingersi sulle rive del Po tra i Comuni di Caorso e Monticelli d’Ongina, e nelle aree agresti dei centri di Olza (tanto che molti assuntori, nel corso degli accertamenti, li hanno definiti come i “le nutrie di Olza” o “pusher di Olza”), San Giuliano e San Pedretto.

L’indagine era partita nel mese di novembre, quando i sospetti sull’attività che si svolgeva in quella zona avevano indotto i militari a mettere in atto numerosi servizi di pattugliamento, anche in abiti civili, che tuttavia avevano avuto esito negativo, in quanto, le “basi di spaccio” scelte dai tre risultavano accessibili sola da strade sterrate che evidentemente consentivano loro di allontanarsi alla vista di vetture in avvicinamento alla zona in assenza di appuntamenti telefonici fissati.

Solo la predisposizione di controlli di sicurezza fittiziamente casuali aveva consentito ai carabinieri di rinvenire in diverse occasioni clienti in possesso di sostanza stupefacente e dimostrare così che qualcosa stava accadendo. Durante le indagini, i carabinieri avevano anche appurato che l’eroina era ceduta a 20 euro a dose (circa un grammo), mentre la cocaina a 60/80 euro a dose (circa mezzo grammo).

Il modus operandi di questa banda, proveniente dal Milanese, era molto tradizionale. Per scegliere i luoghi di spaccio si facevano aiutare da alcuni loro connazionali e tossicomani che vivono a Cremona e che conoscevano bene la zona e per i quali sono tutt’ora in corso accertamenti. Anche la base, l’appartamento di via Rivelli, era stata fornita loro da una coppia di tossicodipendenti. La casa veniva usata sia come base logistica, sia per il taglio e il confezionamento delle dosi. A volte, addirittura, veniva usata come luogo di spaccio, per qualche cliente “pulito” e con auto in regola, che in cambio della dose si offriva come servizio “taxi” per accompagnarli nella “piazza” di spaccio prescelta.

“I luoghi venivano scelti in maniera certosina poiché dovevano essere controllabili dagli spacciatori in modo da prevenire i controlli delle forze di Polizia e garantire una fuga immediata” spiegano i Carabinieri. “Prima del reperimento del citato appartamento, gli spacciatori raggiungevano il capoluogo lombardo in auto ed in molti casi per non lasciare il mezzo vicino alla piazza di spaccio scelta, si facevano portare a lavoro da alcuni tossicodipendenti che dopo averli prelevati nella zona della stazione ferroviaria o del parco del Po, li accompagnavano sul posto di “lavoro” scelto per quella determinata giornata. Gli accompagnatori risulta siano stati pagati con dosi di sostanze stupefacente”.

I clienti venivano contattati tramite sms, attraverso una nutrita rubrica in possesso degli spacciatori. Una volta fatto sapere di avere disponibilità di droga di ottima qualità, fornivano indicazioni per raggiungere i luoghi di spaccio e ricevevano gli ordinativi di “bianca” o la “bella” (cocaina) e “scura” o la “brutta” (eroina).

I Carabinieri hanno sequestrato anche una pistola giocattolo, verosimilmente utilizzata per incutere timore ai clienti con i quali avevano eventuali discussioni sulla qualità, quantità o sulle modalità di pagamento della sostanza ceduta. O anche per “difesa” da altre bande operanti nella stessa zona considerato che tali gruppi sono soliti farsi agguati a vicenda per procacciarsi le sostanze o per “guadagnare” il predominio su una determinata piazza di spaccio.

I Carabinieri della Compagnia di Cremona, stanno continuando gli accertamenti finalizzati ad identificare i complici del gruppo di spacciatori arrestati nonché ad identificare il maggior numero possibile di clienti, che dovrebbero essere circa un centinaio. I tre sono stati arrestati e trattenuti presso le camere di sicurezza della caserma “S. Lucia” in attesa celebrazione rito direttissimo previsto per la mattinata di sabato.

lb

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