Crisi commercio, Principe replica a Carletti: 'Colpa del Comune che blinda la città'
“A proposito dell’ennesimo dibattito (purtroppo sterile) sulla crisi del commercio a Cremona, constatiamo con stupore che, ancora una volta, la ricetta del comune è quella, semplicistica e sconcertante, di assegnare i compiti ai commercianti”. Ad intervenire è Vittorio Principe, presidente Confcommercio Cremona, che replica alle dichiarazioni del consigliere Carletti che aveva proposto di costruire un salotto a cielo aperto.
“Il consigliere Carletti”, scrive Principe in una nota, “partendo da un presupposto fantasioso e avulso dalla realtà come quello che ‘Questa amministrazione ha senz’altro stimolato la frequentazione del centro’ attraverso diversi eventi, arriva, bontà sua, a rendersi conto che, però, ‘serve uno scatto’. E a chi incombe l’onere di fare questo scatto? Non certo al comune che nel frattempo ha blindato la città, inducendo tante attività di servizio come salumerie, macellerie, e piccole aziende ad abbassare le serrande, ma proprio ai commercianti che dovrebbero spostare le proprie attività sui (carissimi) plateatici esterni. In una città del nord come Cremona che, almeno per gran parte dell’anno, non gode di un clima clemente. Quindi, secondo Carletti, trasformando Cremona in Marrakesh e rifacendo un po’ il make up alle strade, il rilancio economico è assicurato. Ah no, dimenticavo. Dobbiamo trasformare il centro nel salotto buono. A me questa espressione, in bocca a chi ci sta amministrando, fa pensare ai salotti delle nostre nonne o zie, quelli coperti dal cellophane, in cui nessuno poteva entrare, e in cui stagnava un tanfo di chiuso e di muffa. Se la situazione non fosse drammatica, ci sarebbe da ridere. Purtroppo l’assenza totale di visione e di condivisione ha portato in quattro anni questa città a livelli di degrado mai visti. E la lista di problematiche sarebbe lunga ed impietosa.
Vogliamo poi parlare della sicurezza? Dell’abusivismo e della desertificazione? Una delle prime regole per chi intende investire in attività commerciali è verificare il flusso di persone nell’area interessata. Confcommercio, dati oggettivi alla mano, ha dimostrato che la riduzione di passaggi di potenziali clienti in centro, ma non solo, è calata negli ultimi anni di una percentuale a due cifre. Siamo sicuri che sia sempre e solo colpa dei commercianti che ‘non entrano in città da protagonisti’ ? Vorrei invitare Carletti e chi governa la nostra città a farsi un serio esame di coscienza. A chiedersi se per caso non abbiano fallito in una programmazione e promozione della città all’esterno, attraverso eventi di qualità che rafforzassero il brand Cremona come piccola città d’arte, in analogia a quello che stanno facendo altre realtà simili e, forse, meno dotate di bellezza. Inviterei l’amministrazione a chiedersi se la scelta ideologica e contraria al buon senso di blindare alcuni varchi di accesso alla città non abbia seriamente contribuito a far chiudere tante aziende. Gli imprenditori, è regola nota, investono dove intuiscono ci sia possibilità di sviluppo. E a Cremona, se non cambiano radicalmente le cose, questa possibilità non c’è. Altro che ‘scatto’!”.