Politica

Continua botta e risposta tra Galimbertiani e Centrodestra: l'attacco di Ceraso

Continua il botta e risposta tra il gruppo dei sostenitori di Gianluca Galimberti e quello di Carlo Malvezzi. Dopo la risposta al vetriolo dei primi, torna all’attacco la capolista Maria Vittoria Ceraso, secondo cui “aver dichiarato che Galimberti sarà il sindaco del Pd ha suscitato scalpore, risentimento e l’accusa di indurre i cittadini ad una falsa rappresentazione della realtà da smentire con forza quasi fosse un’offesa.

Tanto più che le civiche a sostegno di Galimberti ci hanno tenuto a sottolineare che la simulazione sul numero dei Consiglieri che siederanno in Consiglio in caso di vittoria del Sindaco uscente, pubblicato da alcuni quotidiani locali, era totalmente sbagliata in quanto al Pd non andranno 16 consiglieri su 20 ma 14, una differenza davvero notevole che di fatto, a loro parere, non cambierà gli equilibri di rappresentanza rispetto al passato.

Un errore in effetti lo abbiamo commesso nel dire che Galimberti sarà il sindaco del Pd perché sarebbe stato più corretto affermare continuerà ad esserlo come lo è stato in questi 5 anni. Ripercorrendo la storia di quest’ultimo mandato amministrativo non si può infatti dire che la presenza civica nel Consiglio Comunale di Fare Nuova la Città si sia mai concretizzata in proposte, idee o posizioni differenti rispetto a quelle del Pd con il quale ha sempre, e sottolineo sempre, votato allineata, anche quando si è trattato di esprimersi e votare su questioni che avevano a che fare con i principi che la Chiesa cattolica ha definito non negoziabili, come la vita e la famiglia sui quali anche il sindaco stesso non ha assunto posizioni differenti dal Pd (unioni civili e dichiarazioni fine vita).

Questa non è affatto una critica alla partecipazione civica nella quale io credo fermamente, essendone espressione da 10 anni, ma è una considerazione sul fatto che una lista civica ha senso di esistere se è portatrice di istanze e valori identificative e qualificanti che si ritengano non essere rappresentati al meglio dai partiti politici con i quali poi comunque si può decidere di allearsi in base ad una affinità di fondo che porta la lista a collocarsi nel centro destra o nel centro sinistra.

Questa è stata la storia di Obiettivo Cremona con Perri, che in questi 5 anni si è distinta sia per le sue idee, proposte e posizioni, non sempre allineate con gli altri partiti del centro destra, attraverso anche l’espressione di voti difformi dalla coalizione di appartenenza, sia per capacità di motivare, esprimendo un proprio punto di vista frutto di approfondimento senza pregiudizi, la sua contrarietà alla maggior parte delle decisioni assunte dalla maggioranza.

Con la stessa modalità si è mossa in questa campagna elettorale anche la civica Viva Cremona, dimostrando di avere ragione d’esistere  in funzione di proposte e idee sul tema della famiglia, dello sport, della cultura, del commercio attraverso  interventi pubblici di singoli candidati della stessa.

Diversamente non si è colta nelle 4 liste a sostegno di Galimberti (esclusa Sinistra per Cremona che ha il nome in testa) un’identità propria legata a valori, idee, contenuti che le differenziassero in primis l’una dall’altra e soprattutto dal Pd. Da qui la considerazione che le stesse siano state costituite con il solo intento di portare voti al Sindaco uscente senza ambire ad ottenere una reale rappresentanza in Consiglio già in ogni caso assicurata dal partito nel quale evidentemente si riconoscono completamente, il Pd.

E se non sono credibili quando cercano di dimostrare che Galimberti non sarà il Sindaco del PD certamente lo sono ancora meno quando affermano che  è stato e sarà il Sindaco di tutti i cremonesi, anche di quelli che non lo hanno votato.

La verità è che Galimberti non è stato il sindaco dei tremila cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di indizione del referendum strada sud che ha incolpato di mancato rispetto di un Regolamento che lui stesso non ha rispettato per primo non nominando il Comitato Garanti nei termini prescritti e impedendo di conseguenza il regolare svolgimento di tutta la procedura.

Non è stato il sindaco dei cittadini di Via Giordano ai quali ha tolto ogni speranza di veder risolto il grave problema di traffico e inquinamento che affligge il comparto Sud della città. Non è stato il Sindaco dei rappresentanti delle Canottieri e degli utenti del nuoto libero mai ascoltati sul tema gestione piscina comunale se non a pochi giorni dalle elezioni quando la revoca della concessione a Sport Management è stata giustificata dalle stesse motivazioni che da mesi lamentavano i cittadini.

Non è stato il sindaco dei commercianti del centro che hanno più volte lamentato le criticità della Ztl così come modificata da questa Giunta e l’insuccesso delle costose iniziative di rigenerazione urbana che in nessun modo hanno contribuito a ripopolare il centro. Non è stato il sindaco di chi per necessità e non per comodità ha bisogno di usare la macchina, parcheggiare comodamente e muoversi liberamente anche senza per forza dover usare la bicicletta. 

E’ stato però certamente il sindaco della svendita di Aem come affermato dalla deliberazione Anac, dell’affidamento della gestione di illuminazione e impianti semaforici alla società francese Citelum che ha dimostrato ampiamente l’incapacità di interventi tempestivi, della raccolta differenziata con i rifiuti per strada a tutte le ore, del mancato sgombero dei centri sociali più tutelati degli abitanti del Cascinetto e  di un qualsiasi cittadino delle case popolari che se viene sfrattato deve lasciare l’abitazione.

Questo per fare solo alcuni esempi di che sindaco è stato e sarà Galimberti che in 5 anni non ho mai sentito ammettere di aver commesso un errore, o meglio dice di averne commessi ma non specifica mai quali, che è come non ammetterne nessuno.

E infine mi sono anche stancata di ricevere lezioni di stile e correttezza da chi continua ad utilizzare come unica motivazione per denigrare Carlo Malvezzi l’investitura dall’alto, che di fatto, in alternative alle primarie, è il meccanismo normale di individuazione delle candidature di una coalizione non certo estraneo alla storia politica del Pd, a prova del fatto che nel merito delle tante proposte di cambiamento del centro destra non hanno davvero nulla da dire”.

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