Lettere

Strada Cremona-Mantova,
Greta Thunberg
e l'immobilismo

da Andrea Giacalone

Il viaggio che coloro a cui tocca in sorte devono fare per raggiungere Mantova da Cremona, rappresenta una specie di salto temporale. Un viaggio bidimensionale, che dallo spazio sconfina nel tempo. Lo scenario è quello tipico della campagna padana degli anni cinquanta, dove l’orizzonte è rimasto immutato, le prospettive hanno resistito al trascorrere degli anni e anche gli immobili, seppur appesantiti dall’usura, continuano a caratterizzarne un’estetica inconfondibile. Anche la strada che collega le due città è rimasta sostanzialmente la stessa. Il mondo no, quello che non guarda in faccia a nessuno, è andato avanti. Magari con le sue storture, con le sue ingiustizie, ma è andato avanti.

E’ illuminante assistere al dibattito in corso sulla opportunità di collegare con una autostrada i due capoluoghi. Si comprendono tante cose. Si comprende la natura profonda di una cultura radicata ad un tranquillo, confortante, rassicurante immobilismo. Sono un attento osservatore del fenomeno Greta Thunberg. Come si potrebbe non essere attratti da un così interessante prodotto di marketing comunicativo mondiale? Però, Greta non è obbligata a mettere a rischio la propria esistenza su una strada insicura e con pessima manutenzione.

Molti, invece, per doveri di lavoro, si. A chi gioverebbe non risolvere radicalmente questa carenza? Forse a coloro che, in parte per ideologia e in parte per chiusura mentale, rifiutano di comprendere che solo un’autostrada garantisce un sistema integrato di collegamenti, un manto stradale all’altezza delle aspettative di sicurezza, indici di incidentalità e mortalità enormemente inferiori rispetto alle altre strade. Un’autostrada che garantisca quella evoluzione tecnologica verosimilmente richiesta dai futuri sistemi di guida assistita. A coloro che preferiscono essere condannati a code chilometriche nelle fasi di ristrutturazione dell’attuale statale, suggerisco di leggere, nelle attese, il libro di Greta Thunberg. O magari di riflettere sul fatto che il rispetto per l’ambiente, non deve mai disgiungersi da quello per l’essere umano.

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