Cronaca

Infiltrazioni mafiose: 'Cremona realtà insidiosa'. Attenzione a riciclaggio ed evasione fiscale

Foto Sessa

Un tema delicatissimo, quello trattato questa mattina nel salone dei Quadri di palazzo comunale: le infiltrazioni criminali sul territorio cremonese. Seduti al tavolo dei relatori, il prefetto Vito Danilo Gagliardi, che ha promosso l’incontro, il procuratore Roberto Pellicano, il questore Carla Melloni, i comandanti provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza Marco Piccoli e Cesare Maragoni, il comandante della Direzione investigativa antimafia, sezione operativa di Brescia, Salvatore Gueli, e il sindaco di Cremona Gianluca Galimberti. Presenti in platea anche il comandante della polizia locale Pierluigi Sforza, gli assessori comunali e i sindaci della provincia.

“Un tema da non sottovalutare”, ha esordito il prefetto. “Si è soliti parlare di virus in ambito medico e informatico, ma anche con riferimento alle infiltrazioni criminali si tratta di debellare un virus che può contagiare i territori. Non bisogna sminuire  campanelli d’allarme o indizi, anzi: bisogna segnalare in modo tempestivo ciò che si può sconfiggere sul nascere. Nel nostro territorio quello delle infiltrazioni criminali è un fenomeno circoscritto che non desta particolare preoccupazione, ma è comunque un tema da affrontare. Per questo serve maggiore informazione, dialogo e vicinanza con le istituzioni, una rete in grado di debellare qualsiasi insidia e proteggere il nostro tessuto economico”.

Nel suo intervento, il procuratore ha detto che quella di Cremona, dal punto di vista della criminalità organizzata, è una “realtà insidiosa. Qui non si pensa a cose eclatanti, a estorsioni, al pizzo. Questo tipo di criminalità è raro”. Secondo il procuratore bisogna porre l’attenzione dal punto di vista giudiziario a fenomeni come l’evasione fiscale e il riciclaggio, cioè la provenienza di denaro non trasparente. “Questa”, ha detto Pellicano, “è una spia significativa, come l’acquisto di un terreno o di un esercizio commerciale. Fondamentale è tenere monitorate la realtà e le dinamiche economiche che sono in grado, con particolari software, di incrociare una serie di dati rilevanti, dati che provengono dalla polizia municipale o dal Comune che hanno un polso maggiore sulla realtà quotidiana. E’quello che noi chiamiamo un’indagine conoscitiva che permette di costruire la filigrana finanziaria di un territorio. L’approccio principale che serve per arrivare a compiere un’attività efficace è quello di aggredire i movimenti finanziari sospetti”.

Ha poi preso la parola il comandante provinciale della guardia di finanza, che ha sottolineato la necessità di condividere le informazioni in possesso delle polizie locali che sono più vicino alla realtà locale. E poi creare una serie di presidi di contrasto alla criminalità che possano essere attuati dai piccoli enti.

Da parte sua, il comandante della Direzione investigativa antimafia ha lanciato un appello agli amministratori pubblici affinchè segnalino situazioni sospette, sottolineando l’importanza della collaborazione di tutti per evitare rischi di intromissioni pericolose nel mondo economico. Fondamentale, naturalmente, il lavoro di prevenzione e di contrasto creato dalla Dia, l’organismo investigativo interforze, inquadrato nel Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’interno, con compiti di contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso in Italia.

Anche il questore e il comandante provinciale dei carabinieri hanno rimarcato l’importanza di veicolare le informazioni tra la forze di polizia, le cui attività portano a tenere sotto controllo i vari fenomeni criminali,  e gli enti locali. “Non bisogna sottovalutare alcun segnale”, ha detto il questore, “e questo vale per tutte le forme di criminalità”. Essenziale, a livello di prevenzione, anche la collaborazione con la cittadinanza.

 

Infine l’intervento del sindaco, che ha parlato di “coesione forte da parte delle istituzioni” e di “essere compatti su temi delicati come questo, ognuno nel proprio ruolo. Perchè quando si rompono i meccanismi di legalità, l’attività economica si spegne”. “L’allerta deve essere massima”, ha detto Galimberti, che ha ricordato i beni confiscati nel nostro territorio e alcuni processi, come ‘Aemilia’, “che hanno riguardato anche persone che hanno abitato qui, come ad esempio Francesco Lamanna”. E ancora: “Ci sono ambiti, come quello dei rifiuti e quello dell’ambiente, per i quali non si può abbassare la guardia”. “Nella costruzione di piani anticorruzione”, ha ricordato Galimberti, “c’è bisogno del coinvolgimento di tutte le strutture e di incrociare i dati. Un grande investimento da parte della pubblica amministrazione”. Per il sindaco, “monitorare il denaro non trasparente e la lotta all’evasione fiscale sono i temi centrali”. E ha ricordato di come il Comune abbia recuperato 18 milioni di euro in cinque anni. “Non abbiamo fatto cassa”, ha precisato, “ma un servizio alla gente: abbiamo fatto pagare chi non aveva pagato”. “Certo”, ha concluso il sindaco, “non possiamo mettere in piedi regolamenti o procedure se poi non c’è la coscienza e il senso civico di tutti. L’etica pubblica deve diventare un sentimento comune”.

Sara Pizzorni

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