Il Comune di Cremona presente all’anniversario dell’eccidio del Colle del Lys
Al Colle del Lys, come da avviene da da oltre 60 anni, si è tenuta la cerimonia per rendere onore ai 2024 caduti civili e partigiani nelle valli di Lanzo, di Susa, del Sangone e del Chisone e in particolare alle 32 vittime del rastrellamento nazifascista che il 2 luglio 1944 colpì la 17^ brigata Garibaldi “Felice Cima”.
In rappresentanza del Comune di Cremona è intervenuto l’Assessore con delega ai Percorsi sulla Costituzione e Liberazione Rodolfo Bona con il Gonfalone della nostra città scortato dal Commissario Maria Alba Alini e dall’Agente Scelto Armando Aversa della Polizia Locale. Tra i partigiani uccisi nella valli piemontesi vi erano infatti anche i cremonesi Edoardo Boccalini, Giampaolo Conca, Franco Scala e Alfredo Zaniboni. Tra i molti che persero la vita tra gennaio e marzo del 1945 durante le rappresaglie nazifasciste che colpirono i partigiani ci furono altri due cremonesi, il comandante Amedeo ‘Deo’ Tonani e il suo vice Sergio ‘Pucci’ Rapuzzi. Dal 7 luglio 2013 al Colle al Colle del Lys dove, dal 1955, sorge il monumento commemorativo, vi è inoltre una targa a ricordo di Enrico “Kiro” Fogliazza, Commissario politico della 17° Brigata Garibaldi “Felice Cima”, che in quelle valli incontrò circa 130 giovani cremonesi che erano saliti lassù, uno all’insaputa dell’altro, inviati dalla rete clandestina della resistenza antifascista.
A causa dell’epidemia Covid-19 e delle regole igieniche e sanitarie adottate per contrastarla, la commemorazione quest’anno è avvenuta in un contesto e con modalità diverse dal solito. Pur ridotta nelle iniziative, la manifestazione ha voluto salvaguardare lo spirito che da decenni la anima, teso ad esaltare l’esperienza ed i valori della Resistenza nella dimensione della memoria e della storia come in quella dell’impegno civile, politico e culturale. A questo si ispira il Documento d’intenti, indirizzato per tradizione agli eletti nelle istituzioni riuniti in assemblea e che quest’anno è stato invece proposto per l’approvazione a distanza e quindi letto a tutti i presenti alla cerimonia.
Il Documento, sottoscritto anche dal Comune di Cremona, riflette sul tema della sanità, poco noto nel suo rapportarsi con la Resistenza pur essendo da quest’ultima percepito come decisivo. Nella parte finale del Documento si legge infatti quanto segue: “In condizioni di assoluta emergenza, la Resistenza realizzò il valore della salute come diritto personale e al tempo stesso interesse collettivo, rappresentato dalla nostra Costituzione nell’articolo 32. Come eletti nelle Istituzioni, assumiamo l’impegno solenne di fare nostro l’insegnamento della Resistenza e di mettere in pratica il dettato costituzionale, così che, anche nelle drammatiche circostanze imposte dall’epidemia, sia davvero riconosciuto a tutti il pieno diritto-dovere alla salute senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.